Terremoto del 1908, mostra-documentale alla villetta della biblioteca De Nava
Il Comune di Reggio Calabria e la Deputazione di Storia Patria della Calabria, dedicano una mostra storico-documentale sul tema “Dalla catastrofe alla ricostruzione”, curata da Giuseppe Diaco, che sarà inaugurata venerdì 27 dicembre alle 16,45 presso la Villetta della Biblioteca “De Nava”.
Il bilancio del Terremoto Calabro-Siculo del 28 dicembre del 1908, tragico evento che provocò tra gli ottantamila e i centomila morti, nonché la distruzione pressoché totale di Messina e Reggio Calabria e di altri centri piccoli e grandi tra le due sponde dello Stretto, verrà affrontato per il 110° anniversario, dall’Associazione Culturale Anassilaos e la Biblioteca Pietro De Nava.
La mostra sarà visitabile fino al 27 febbraio 2019 - con la partecipazione della dottoressa Irene Calabrò, Assessore alla Valorizzazione del Patrimonio culturale del Comune di Reggio Calabria e di Giuseppe Caridi, Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria gli interventi del geologo Giuseppe Mandaglio, dei Antonino Romeo, del curatore della mostra Giuseppe Diaco, responsabile Anassilaos e cultore di storia nonché collezionista.
Introdurrà e condurrà Marilù Laface, Responsabile Anassilaos Beni Culturali. In apertura un breve video realizzato da Giacomo Marcianò cui farà seguito un minuto di silenzio in memoria delle vittime di quella tragica giornata. Ai presenti in dono una speciale cartolina commemorativa.
Come scrivono le cronache cittadine dell’epoca (Canonico Rocco Vilardi) a Reggio Calabria, nella giornata del 27 dicembre, la temperatura era mite, sciroccosa. Il mare, dalle cui profondità si sarebbe di lì a poco scatenata la tragedia, era placido, quasi piatto, d’un colore quasi irreale.
Qualche giornale aveva appena pubblicato una poesiola irriverente, quasi blasfema, che invocava un terremoto. Nessuno conosceva ancora la confessione che il Cardinale Gennaro Portanova, Arcivescovo della Città dal 1888 fino alla morte avvenuta il 25 aprile del 1908, aveva fatto ad un amico pochi giorni prima di morire “ho il presentimento della mia fine non lontana. Così non mi strazierà la vista delle rovine di questa povera città. Se la rovina viene ed io non sarò più di questo mondo, recate un po’ della vostra energia fra gli sventurati”.