Aeroporto di Lamezia Terme, i dipendenti Sacal: “Feste all’insegna delle incertezze”
Natale, Capodanno ed Epifania all’insegna delle incertezze. O almeno è quanto affermano i dipendenti della Sacal dell’aeroporto di Lamezia Terme che hanno affidato a una lettere le proprie preoccupazioni.
I lavoratori hanno quindi fatto un excursus della propria condizione, hanno ricordato che il 18 ottobre “a seguito di una fase di pre-trattativa estiva, è stata annunciata la stabilizzazione per alcune decine di lavoratori, il tutto in occasione di una riunione tra delegazioni sindacali e rappresentanze aziendali”. Successivamente entra in una fase di stallo, e il 30 novembre una delegazione di lavoratori ha deciso di consegnare una lettera firmata per chiedere democraticamente delucidazioni sullo stallo in atto”.
L’undici dicembre c’è stata una nuova riunione tra sindacati e azienda. Infine, il 19 dicembre, dopo sei ore di riunione e interventi, si è verificata la “rottura del tavolo sindacale in quanto, e ci sono voluti due mesi per rendersene conto, pare che la Sacal non abbia più la premura di voler stabilizzare i precari, cosa che ai sindacati non è proprio andata giù. L’unico “accordo” possibile avrebbe riguardato una rimodulazione delle usuali chiamate stagionali, ma nulla che riguardi le stabilizzazioni”.
“Anche da precari, in modo saltuario ci veniva concessa occasionalmente la possibilità di lavorare d’inverno, un periodo caratterizzato da un breve ma intenso traffico, tramite brevi contratti lavorativi. Non quest’anno, invece, in quanto si è provveduto con chiamate di personale tramite agenzia interinale (dieci impiegati e dodici operai, per un totale di ventidue lavoratori con poca esperienza) a parziale copertura del traffico aereo invernale”.
“Non solo non si sono concretizzate le stabilizzazioni, ma è stato anche trovato l’escamotage per permettere a personale con esperienza ridotta di lavorare al posto di impiegati ed operai con esperienza lavorativa decennale e un numero maggiore di qualifiche. Inoltre, pare che ricorrere ad agenzie interinali per le somministrazioni a tempo determinato sia di dubbia convenienza economica per l’azienda, creando il paradosso dell’avere, nel proprio organico, del personale meno qualificato ma più costoso”.
“Il danno si somma anche alla beffa, potenziale, che deriverebbe dall’intenzione di procedere sì con delle stabilizzazioni nell’arco di qualche mese, ma tramite bando pubblico e non interno, una procedura mai attuata in Sacal nella trasformazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato, in quanto si è sempre proceduto attingendo dal bacino di personale stagionale con qualifiche ed esperienza”.
“Va puntualizzato, inoltre, che nell’arco di qualche mese si terranno anche le attese elezioni regionali: il bando pubblico, associato a un periodo di sconvolgimento politico come quello, potrebbe non essere una coincidenza e a pagarne il prezzo saranno solo ed esclusivamente coloro che attendono la stabilizzazione lavorativa da un decennio. Concludendo, a chi conviene fare un bando pubblico per le stabilizzazioni in Sacal, in barba alle qualifiche e all’anzianità di servizio maturata negli anni da tanti lavoratori precari?”.