Cisl e Femca: “servizio idrico integrato, soluzione nella legge Daga”
“A nostro parere, si facilità l’avvio di processi difficilmente gestibili sulla tematica del servizio idrico integrato delle acque in Calabria in direzione diametralmente opposta, rispetto a un auspicabile percorso comune, non strumentale e soprattutto non di scontro politico, verso la ricerca di soluzioni condivise, se pur difficili, che abbiamo come obiettivo l’efficientamento del servizio”.
È il parere della Cisl Calabria. “Riteniamo che esprimere giudizi trancianti e mortificanti per i lavoratori che da tempo operano, non per loro responsabilità, tra mille difficoltà, non sia corretto, considerando il lavoro che si fa per gestire il servizio in presenza delle tante criticità di sistema, una per tutte le vetuste reti idriche regionali e comunali. Rispettiamo le opinioni di tutti ma ci riserviamo il giudizio critico, quando riteniamo che siano sostenute e suffragate da argomentazioni che non ci convincono. Se si vuole proporre legittimamente di cambiare qualcosa – avanza la nota - è necessario avere anche contezza di come questo qualcosa è strutturato”.
“Come Cisl e come Femca Cisl abbiamo sempre sostenuto, nel rispetto anche del risultato referendario del 2011 che l’acqua sia un bene essenziale di prima necessità e che pertanto debba essere pubblica. Affermiamo anche però che la gestione del servizio ha dei costi che vanno sostenuti al fine di garantire qualità. Per tali ragioni propendiamo, da sempre, per una gestione di tipo industriale, attraverso la riscossione dirette delle tariffe, con produzione di costi e benefici, senza fini lucrativi, e quindi da reinvestire per coprire gli investimenti che necessariamente dovranno essere fatti, per migliorare la qualità del servizio”.
“Vanno garantite – proseguono ancora le sigle - le fasce sociali meno abbienti che dovranno essere tutelate, e siamo però anche contro quelle logiche che surrettiziamente, come più volte ribadito, vorrebbero far passare il messaggio che l’acqua debba essere gratis. Questa è la nostra posizione che sosteniamo da anni a tutti i livelli della nostra organizzazione. Vorremmo capire, al di là delle forti dichiarazioni dirompenti contro lo “stipendificio” Sorical, che ricordiamo è operativa dal già lontano 2003, le proposte alternative alla soluzione dell’atavico problema del servizio idrico in Calabria. Non riteniamo, e non ce ne voglia nessuno, che la soluzione più idonea sia quella contenuta nel disegno di legge Daga, su cui si sta puntando forte anche attraverso un percorso preferenziale di una procedura d’urgenza”.
“Un ritorno alla gestione di piccoli distretti idrografici con l’istituzione di autorità idriche di distretto che determineranno piani di gestione sulla base dei bilanci idrici, e gli eventuali costi superiori verrebbero finanziati attraverso meccanismi di fiscalità generale. Si tornerebbe a una gestione dei comuni attraverso il modello delle aziende speciali. Il ritorno a una frammentazione della governance, di fatto in capo ai comuni, che nelle attuali condizioni di difficoltà economica non sarebbero in grado di sostenere per raggiungere gli obiettivi prefissati”.
“Verrebbero a mancare quelle necessarie economie di scala che garantirebbero più sicurezza degli utenti, dei lavoratori e dell’ambiente e che consentirebbero gli investimenti per i grandi invasi e il rifacimento delle reti idriche. E allora capacità di proposta sostenibile e di prospettiva, nel rispetto della realtà dei fatti, in tempi in cui è dirompente una forte cultura critica, sarebbe auspicabile da parte di tutti, soprattutto di chi occupa ruoli importanti e di responsabilità” – closa nota.