Cisl: “sistema postale in crisi e Calabria spolpata di strutture, urge soluzione al problema”
“Non è più possibile conciliare le aperture degli uffici postali facendo ricorso continuo allo straordinario, il quale è diventato prassi strutturale, quando in Calabria vi è un numero impressionante di operatori part-time che aspettano da molti anni la trasformazione in full-time”.
Tuona in apertura la nota della Slp Cisl, sindacato di categoria maggiormente rappresentativo con quasi il 70% di associati complessivi sulla forza lavoro regionale, preannuncia l’apertura di conflitti su tutto il territorio se non arriveranno a brevissimo segnali di discontinuità rispetto alle politiche fin qui attuate.
“I pensionamenti e gli esodi senza il necessario ricambio generazionale, possibile grazie all’Accordo nazionale sulle politiche attive, in questa terra sconosciuto e non sufficientemente praticato, stanno mettendo a repentaglio il sistema postale calabrese”.
"Casi limite sono quelli della provincia di Catanzaro con il 25% degli addetti con contratto part-time, soglia record in Italia, e a seguire Reggio Calabria con una percentuale leggermente inferiore. Le province di Crotone e Vibo Valentia hanno sofferenze vistose nelle coperture gestionali a causa dell’esiguo numero di risorse complessive, insufficienti a garantire il minimo indispensabile per le richieste della clientela” – spiega la nota.
“Infine, - avanza la nota - il disastro della provincia di Cosenza, ormai devastata da cattiva gestione perpetrata in anni di politica recessiva attuata in tutta la Calabria e che qui ha trovato la massima espressione. Una gestione basata non sullo sviluppo ma improntata al risparmio, che oggi appalesa tutti i limiti derivanti dalla complessità del sistema postale in un vasto territorio che meriterebbe ben altra attenzione, sia in ordine al numero degli addetti che alla qualità del servizio”.
“Stessa sorte per gli applicati al recapito, oggetto di continue “rivoluzioni” aziendali che hanno finito per impoverire la struttura complessiva, nonché la capillarità dei servizi – va avanti la Cisl. Lamentiamo, inoltre, che la Calabria per effetto di riorganizzazioni aziendali, viene spolpata di strutture e di lavorazioni, le quali sono dirottate su altri territori nazionali per effetto della solita politica di impoverimento e di desertificazione di una realtà che da sempre paga un conto altissimo al proprio destino, costruito dagli uomini e reso possibile dall’assenza e dal silenzio dell’ignava classe politica calabrese”.
“Non è più tempo di chiacchiere ma di fatti concreti” – closa