Autorità di sistema portuale, Falcomatà alla Conferenza nazionale di coordinamento
«Sul piano nazionale di riordino delle autorità portuali va fatta chiarezza. Gli stravolgimenti impressi dal nuovo Governo rischiano di generare infatti una confusione che disorienta e crea incertezza nella governance complessiva del sistema portuale italiano. Credo sia necessaria una maggiore linearità, restituendo un ruolo più centrale alle amministrazioni locali e recuperando le intuizioni positive contenute nel precedente piano che non possono essere cancellate con un colpo di spugna».
È quanto ha dichiarato il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà a margine della riunione di insediamento della Conferenza nazionale di coordinamento delle Autorità di sistema portuale, tenutasi ieri al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
«L’occasione della nuova Conferenza nazionale insediatasi alla presenza del Ministro Toninelli, ci ha dato la possibilità di affrontare alcuni nodi irrisolti. Anzitutto - ha spiegato il sindaco - l’esigenza di reintrodurre l’articolo 34 del codice della navigazione che prevedeva la possibilità di dare in concessione le aree demaniali marittime, di competenza delle Autorità portuali, alle amministrazioni comunali che ne facessero richiesta in modo da inserire i piani di sviluppo portuali nelle linee programmatiche degli enti territoriali».
«A fianco a questo - ha aggiunto Falcomatà - anche l’esigenza di unificare i procedimenti di Vas, Valutazione Ambientale Strategica, oggi troppo lunghi e frammentati, e contestualmente evitare che le linee guida stabilite dal piano dell’autorità di sistema ricadano in maniera asettica sui piani regolatori portuali, ma siano condivise con le amministrazioni locali che giocano un ruolo centrale in questa procedura».
«A questo proposito - ha aggiunto il primo Cittadino di Reggio Calabria, delegato dall’Anci a rappresentare i Comuni italiani all’interno della Conferenza di coordinamento - abbiamo chiesto che i Sindaci stiano all’interno delle nuove Autorità di Sistema. Le governance dei porti non possono infatti essere distaccate dai programmi di sviluppo territoriali. Se vogliamo che i nostri porti generino sistemi virtuosi a livello socioeconomico dobbiamo prevedere un dialogo con il territorio, i due processi non possono essere separati».
«Sul piano locale ad esempio non abbiamo compreso la scelta dell’attuale Governo di sdoppiare le autorità portuali della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Il precedente piano, che prevedeva l’istituzione di un’unica Autorità, la più grande d’Europa, che comprendeva al suo interno i porti di Gioia Tauro, Reggio, Villa San Giovanni e Messina, aveva già generato una serie di atti conseguenti come lo sviluppo della Zona Economica Speciale che si sviluppa lungo il litorale tirrenico da Gioia Tauro a Reggio Calabria, passando per Villa San Giovanni e Campo Calabro.
Il tema peraltro - ha aggiunto il sindaco - è stato oggetto del recente incontro tenutosi a Reggio Calabria con il Presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia, che ha condiviso quest’esigenza. Il Ministero dovrebbe rivedere le sue scelte: su processi strategici che influiscono così pesantemente sui piani di sviluppo».