La Calabrolombarda ricorda Cicco Simonetta, calabrese nella Milano degli Sforza
L'Associazione Calabrolombarda di Milano, col patrocinio del Comune di Milano e della Regione Calabria, ha programmato per sabato 26 gennaio a Milano, nella prestigiosa e centralissima sede del Museo di Palazzo Reale, in Piazza Duomo, a partire dalle ore 10.00, un convegno storico sulla figura e l'operato grandioso e dal tragico epilogo di Francesco (Cicco) Simonetta, calabrese di Caccuri (Crotone) che nel 1430, appena ventenne, venne chiamato a Milano da Bianca Ruffo di Calabria, moglie di Francesco Sforza, per fare lo scrivano e l'amministratore. In pochi anni, per le sue doti distinte, divenne Cancelliere del Ducato, protagonista del ‘400 italiano e di fatto guida per quarant’anni della politica e dell'economia milanese, apportando nel territorio uno sviluppo sociale e culturale senza precedenti.
L’incontro, moderato dal giornalista catanzarese Roberto Messina, prevede gli interventi di Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale Milano; Carmelo Carabetta, docente di Sociologia; Maria Nadia Covini, docente di Storia moderna. Conclude Franco Iacucci, presidente della Provincia di Cosenza. Al termine, la rappresentazione teatrale dedicata a Cicco Simonetta da Cataldo Russo.
Con questo convegno, oltre che porre l’obiettivo su una indimenticata e pregevole pagina di storia e su questa dotta e coltissima figura di calabrese (formatosi con i monaci basiliani di Rossano, oltre alle varie competenze, conosceva a perfezione il greco e l’ebraico, e parlava correntemente spagnolo, inglese e francese), l'Associazione vuole anche in generale rappresentare alla Città di Milano il prezioso contributo, dal Medioevo ad oggi, dei calabresi trasferiti nel capoluogo lombardo, fortemente integrati nel tessuto sociale e attivi per la sua crescita economica, e sovente divenuti essi stessi classe dirigente e autorevole del territorio ospitante, attori principali nell’impegno costante per generare benessere, e in netta contrapposizione con una sparuta minoranza che invece ha operato nell’illegalità, facendo però tanto clamore da oscurare sovente il buon nome della grande maggioranza della qualificata comunità calabro-lombarda.
Cicco Simonetta venne dunque nella Milano ducale e rinascimentale quale antesignano e pioniere della, ahinoi… ancora oggi perdurante e insuperata emigrazione intellettuale e “fuga dei cervelli” calabrese. Una volta affermatosi, richiamò qui amici, parenti e paesani, garantendo occupazione e integrazione per ognuno. Dopo 500 anni, non è cambiato molto, e purtroppo la Calabria va tutt’ora incredibilmente svuotandosi di grandi e preziose energie e di tanti giovani, spesso ben attrezzati e formati, colti e “graduati”, col loro prezioso e insostituibile bagaglio di cultura e di speranze non realizzate.