Emergenza nelle acque di Sibari: ‘Comitato Velisti Indignati’ chiede di agire
"A distanza di circa 5 mesi dal sequestro probatorio della foce del Canale degli Stombi (per il sospetto reato di gestione illegale di rifiuti) e dalla sospensione dell'ordinanza di Protezione Civile, con la quale, furbescamente, migliaia di tonnellate di materiale di dragaggio stavano finendo in mare senza alcuna autorizzazione (così come avveniva con le amministrazioni precedenti!) continua, senza vergogna, il comportamento omissivo del vice prefetto Mario Muccio che, in barba al disastro ambientale, turistico ed economico, annunciato per l'intera Sibaritide, continua a fare orecchio da mercante ed a cercare con attenzione certosina qualsiasi cavillo burocratico che possa supportare la sua strategia del 'non fare".
È quanto scrive in una nota il Comitato dei Velisti Indignati, nato ai Laghi di Sibari, Cassano allo Ionio (Cosenza), a seguito del perdurare dell'emergenza che insiste sulla zona, dove non è navigabile il canale di accesso alle strutture turistiche.
Il comitato ricorda che “la Regione Calabria ha stanziato da oltre tre mesi i fondi necessari per il completamento della draga, ma il bando comunale non viene pubblicato.”
I “Velisti indignati” elencano poi nella nota le ragioni per cui secondo loro si “dovrebbe agire subito”. Le prime di ordine di Sicurezza Pubblica: “conosciamo tutti il rischio idrogeologico (esondazione delle darsene ed allagamenti) connesso al permanere dell'ostruzione del Canale Stombi e le disastrose possibili conseguenze a carico delle 1400 abitazioni che costituiscono il complesso nautico”.
Poi puntano l’accendo su quelli “Ordine Pubblico: ricordiamo tutti la mobilizzazione degli abitanti dei Laghi di Sibari del 30 Luglio 2018, con tanto di Digos e polizia in assetto antisommossa”.
Infine le “Ragioni di Igiene e Sanità Pubblica: esistono fior fiori di relazioni tecniche (non ultima quella della Lega Navale Italiana) che descrivono i processi di eutrofizzazione delle acque delle darsene conseguenti alla scarsa ossigenazione, con conseguente sviluppo anomalo di alghe e moria di pesci e bivalvi. A tale riguardo basterebbe, in realtà, soffermarsi a sentire il puzzo delle acque stagnanti che spesso è percepibile già sulla dorsale che porta ai Laghi di Sibari".
Inoltre si sottolinea che "il protrarsi del ritardo nell'assemblamento del mezzo d'opera (la draga) costringerà il Comune a dover intervenire con l'ennesimo provvedimento d'urgenza (così come avveniva con le passate amministrazioni), favorendo tra l'altro delle ditte esterne e che, evenienza di certo non meno importante, la costante svalutazione degli immobili e delle attività commerciali superstiti favorirà sempre di più le infiltrazioni da parte delle organizzazioni criminali locali".
Il comitato chiede anche al Commissario prefettizio di Cassano allo Ionio di verificare l'operato del Consorzio di Bonifica, che avrebbe dovuto occuparsi del canale, e segnala altre presunte negligenze, come "la chiusura ad oltranza delle Grotte di Sant'Angelo, lo stazionamento senza fine delle bare nei locali del cimitero, l'eterna questione del depuratore dei Laghi di Sibari e la perpetua contaminazione fecale delle acque potabili di Marina di Sibari".