Volantino Lega, Cerrelli: “Senso frainteso. Femminicidio usato come pretesto”

Crotone Attualità

Afferma di essere stato frainteso Giancarlo Cerrelli, il segretario della Lega a Crotone, nonché autore del volantino dell’otto marzo che ha scatenato polemiche in rete. E dice di essere stato capito male per colpa “dell'interpretazione che questo volantino porta”. Le dichiarazioni, che arrivano a seguito delle critiche di Matteo Salvini, sono state rilasciate all’Agi.

Ma Cerrelli è convinto che il tema che solleva maggiori polemiche sia la critica segretario crotonese della Lega “all'autodeterminazione”. Poi per farsi meglio comprendere Cerrelli è andato oltre affermando di essere a “favore dell'interpretazione che questo volantino porta”, anche se non è d’accordo “sull'autodeterminazione assoluta”, quella cioè che definisce “senza limiti” e “sostenuta dal femminismo”.

Poi arriva la difesa del volantino della discordia affermando che sia “un inno al ruolo centrale della donna nella nostra società mentre una certa sinistra propizia la lotta tra i sessi”. Cerrelli e la Lega dicono di esprimere “la necessità di una alleanza tra uomo e donna e il volantino ha voluto contrastare l'ideologia del pensiero politicamente corretto che fa assurgere la donna come categoria sociale motore della rivoluzione, insieme a migranti e gay", prosegue.

Il problema per il segretario sarebbe dunque “la decostruzione della famiglia provocata dalle battaglie femministe del Sessantotto in poi. Invece di creare alleanza tra uomo e donna, le femministe hanno incrementato una guerra tra i sessi”. E il risultato per Cerrelli sarebbe la perdita del ruolo centrale di punto di riferimento per la famiglia della donna.

Poi critiche anche al femminicidio, che per Cerrelli sarebbe responsabile per la creazione della “definizione della violenza di genere, dipingendo gli uomini come dei mostri”. Quando il vero problema per il segretario della Lega non sarebbe gli omicidi e le violenze, bensì “la decostruzione del contesto familiare”. Il femminicidio diventa dunque “una tendenza culturale che fa pensare che l'uomo è cattivo invece di pensare alle vere cause, ovvero la fragilità dei rapporti in una società liquida. Le cause di questi omicidi sono sempre attinenti al rapporto e non si posso confondere con l'odio dell'uomo verso la donna o della donna verso l'uomo; perché' anche le donne uccidono”.