Limbadi, assegnato ad associazione di don Stamile bene confiscato al clan Mancuso
Gare deserte e diatribe. È dunque terminata l’attesa per l’affidamento di un bene confiscato al clan Mancuso, dove sorgerà l’Università antimafia a Limbadi. Il Comune ha infatti assegnato la struttura all’associazione di volontariato San Benedetto abate, di Cetraro, di cui è presidente don Ennio Stamile, referente regionale di Libera.
L’ultimo avviso ha visto la contrapposizione tra l’associazione di Stamile e la Unity e friendship di Castelvolturno (provincia di Caserta). Tuttavia la struttura verrà gestita proprio dai ragazzi del referente di Libera, dal momento che il progetto in questione ha conquistato un punteggio maggiore.
L’edificio confiscato, sequestrato al clan Mancuso, era stato assegnato all’associazione Riferimenti guidata da Adriana Musella, che aveva predisposto un progetto per la realizzazione di un’Università antimafia che doveva sorgere proprio nel regno di una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta calabrese. Tra i ritardi prima, e il coinvolgimento della stessa Musella in un’indagine della Procura di Reggio sulla gestione dei fondi antimafia, l’Università era rimasta soltanto sulla carta. Anche se la struttura era pronta e collaudata, con gli alloggi già forniti di camere per gli studenti e le aule attrezzate con ogni tipo di apparecchiatura necessaria.
Con l’assegnazione di gennaio, la struttura verrà dunque riconsegnata al bene della collettività. Si tratta di un fabbricato il località “Santa”, di 750 metri quadrati, già adibito allo scopo di istituire l’Università dell’Antimafia; di due fabbricati il località “Giardino”, rispettivamente di 645 metri e di 139 metri quadrati, già adibiti ad alloggi per studenti; un terreno agricolo in località “Gurnera” dell’estensione di 37mila metri quadrati. Struttura, il cui iter di affidamento, era iniziato lo scorso anno.