Omicidio Scopelliti, la svolta: indagati boss di Cosa Nostra e di ‘Ndrangheta
Diciassette persone indagate, tra le quali anche un nome più che noto, quello del boss di Cosa Nostra e latitante Matteo Messina Denaro, la primula rossa più ricercata del Paese; ma anche quelli di Giuseppe Piromalli, Giovanni Tegano e Giorgio De Stefano
Ci sarebbe una svolta dunque nelle indagini sul caso dell’omicidio del magistrato Antonio Scopelliti, ammazzato in località Piale di Villa San Giovanni mentre tornava a Campo Calabro: era l’agosto di 27 anni fa, nel 1991.
Da quanto confermato all’Ansa dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri la distrettuale del capoluogo dello Stretto ha difatti indagato le 17 persone tra cui compaiono presunti boss e affiliati alle cosche mafiose siciliane e calabresi.
Tra i calabresi compaiono dunque, oltre a Giuseppe Piromalli, Giovanni e Paquale Tegano, Antonino Pesce, Giorgio De Stefano, Vincenzo Zito, Pasquale e Vincenzo Bertuca, Santo Araniti e Gino Molinetti.
I siciliani sono invece, a parte Messina Denaro, Marcello D’Agata, Aldo Ercolano, Eugenio Galea, Vincenzo Salvatore Santapaola, Francesco Romeo e Maurizio Avola.
Secondo gli inquirenti la decisione di uccidere Scopelliti sarebbe stata presa in base ad un patto tra Cosa Nostra e la ‘Ndrangheta.
Per arrivare a queste conclusioni fondamentale si è rivelata la collaborazione di un pentito, il catanese Maurizio Avola che ha fatto luce su una serie di summit mafiosi.