Centro aiuto donna a Catanzaro: una realtà d’eccellenza
Da oltre un anno a Catanzaro, grazie all’impegno dell’Amministrazione Olivo e dell’assessore al Decentramento – Pari Opportunità, Tommasina Lucchetti, è operativo il Centro Aiuto Donna, gestito dalla Fondazione “Città Solidale onlus” che si avvale anche della collaborazione di altre istituzioni ed organizzazioni pubbliche e private. Il Centro è aperto in via XX settembre, dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e il lunedì e il mercoledì dalle ore 15,00 alle ore 18,00 (0961 881511), da risposte a quelli che sono i problemi di violenza,maltrattamenti, abusi, violenze psicologiche e fisiche, atti persecutori che vengono consumati e perpetrati in quelle che dovrebbero essere le tranquille mura domestiche. “Anche la città di Catanzaro – ha esordito l’assessore Lucchetti - con il suo aspetto e le sue caratteristiche di tranquilla cittadina di provincia, infatti, nasconde queste problematiche che rendono le donne vittime molto più impotenti, perché messe di fronte alla difficilissima scelta di denunciare un marito, un compagno o un fidanzato. Nel 2009, con finanziamento della Regione sono stati avviati su tutto il territorio calabrese, otto centri antiviolenza che rappresentano un punto di riferimento per le donne che devono trovare il coraggio di parlare, ma che hanno poi bisogno di sostegno per farlo.
Le donne che si rivolgono al Centro aiuto donna di Catanzaro - ha proseguito l’Assessore - possono usufruire di un servizio di ascolto telefonico (con un numero verde attivo 24 ore su 24: 800 97 96 56), o diretto in un ambiente protetto e tutelato. Dopo i colloqui preliminari, per le donne che lo desiderano può essere avviato un percorso di sostegno con consulenze adeguate al caso (legali, mediche, psicologiche) e l’affiancamento di operatrici per l’accesso ai servizi. Quando se ne ravvisa l’esigenza, la donna può essere anche aiutata a sottrarsi immediatamente alla situazione di rischio, con l’accoglienza in una struttura residenziale protetta gestita dalla stessa Fondazione Città Solidale”. L’assessore Lucchetti snocciola i dati
“In un anno di attività, circa 100 le segnalazioni raccolte e 25 i casi “in trattamento”, cioè le donne italiane e straniere per cui si è avviato un percorso di sostegno, che in qualche caso ha previsto anche l’affidamento alla struttura protetta (anche per la presenza di bambini piccoli). L’esperienza del Centro Antiviolenza è stata incisiva soprattutto grazie alla collaborazione di 15 enti (partner) con i quali sono state stipulate apposite convenzioni e che hanno contribuito a promuovere il servizio impegnandosi formalmente, a mettere a disposizione le proprie risorse e figure professionali: l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune, che ha messo a disposizione la sede e le sue risorse professionali; l’Assessorato al Decentramento – Dipartimento per le Pari Opportunità , che ha contribuito con un cofinanziamento e che cura ed implementa i rapporti di rete; l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, che fornisce supporto specialistico nel sostegno alle donne; la Questura di Catanzaro che fornisce supporto nella tutela delle donne che si rivolgono al Centro; il Centro per l’Impiego – Amministrazione Provinciale di Catanzaro; l’Assessorato Politiche Sociali – Amministrazione Provinciale di Catanzaro; il Comune di Borgia che ha messo a disposizione una sede e risorse professionali; l’ Ufficio Scolastico Provinciale di Catanzaro; la Caritas Diocesana di Catanzaro; il Centro Servizi al Volontariato di Catanzaro. Tutti gli accordi e le convenzioni (stilate all’atto dell’elaborazione del progetto) sono state recentemente rinnovate e sono stati realizzati protocolli d’intesa con i 30 Comuni che fanno parte dei due Distretti Socio-Sanitari della Provincia di Catanzaro. “Contestualmente sono state organizzate varie campagne di sensibilizzazione, pubblicizzazione ed informazione sul territorio da parte delle operatrici del Centro Aiuto Donna. Questa fattiva sinergia – ha concluso l’assessore Lucchetti - ci consente di essere ancora operativi in attesa che la Regione Calabria decida se e come eventualmente continuare a finanziare questi Centri”.