Ambiente, aumento di foreste in Italia. Si lavora per servizi ecosistemici
Foreste in aumento in Italia, dove si registra un incremento del 72,6% nel periodo che va dal lontano 1936 al 2015, tanto da ricoprire il 36,4% della superficie nazionale. Si parla di quasi 11 milioni di ettari ricoperti di alberi, con un incremento che in appena dieci anni è stato del 4,9%.
È emerso nel “Primo rapporto nazionale sullo stato delle foreste e del settore forestale” (RaFItalia), che è stato presentato al ministero delle Politiche agricole in occasione della Giornata mondiale delle foreste. Si tratta di una relazione, realizzata con il contributo di 14 esperti di enti, istituzioni, amministrazioni e associazioni nazionali e regionali, che ha fotografato lo stato delle foreste italiane mettendo in evidenza tanto le debolezze, quanto i punti di forza.
Per gli esperti l’Italia deve lavorare di più sugli incendi boschivi, fenomeno definito “preoccupante”, nonostante si sia ridotta la superficie media bruciata nel corso degli ultimo 10 anni. Criticità sono inoltre state espresse nel settore dell’importazione della legna e del legname, secondo le ultime stime si attesterebbe a circa 3,75 milioni di metri cubi per il grezzo e il 14,46 per il semilavorato. Tuttavia è stata registratala diminuzione delle imprese e degli addetti alla prima lavorazione. Dal 2008 al 2016 sono state registrate 27.194 imprese nel 2016 con un calo del 25,9%; 103.543 addetti nel 2016 con una riduzione del 33,3%; 12,9 miliardi di euro di fatturato nel 2016 con un meno 25,6%.
Ma per metri cubi di legno bruciati, si affaccia una nuova consapevolezza: quella della crescente attenzione verso i servizi ecosistemici. Si parla cioè dell’edilizia del legno, che fa registrare la presenza sul suolo italiano di 3.130 edifici costruiti per un valore di 698 milioni di euro. Settore in cui si devono eliminare piccole criticità, come maggiore equilibrio tra le imprese e gli addetti, con le prime che crescono e i secondi che diminuiscono. Maggiore attenzione deve inoltre essere riservata alla valorizzazione del verde in città, alla certificazione forestale, ai prodotti non legnosi e sulla formazione e sicurezza. Tuttavia il "tasso di prelievo legnoso si è ridotto sensibilmente. Tanto da trovarsi molto al di sotto della media europea. In Italia si prelevano annualmente dal 18 al 37% mentre la media Ue meridionale va dal 62 al 67%.