Lei segregata in casa e picchiata col trapano, il fratello disabile costretto in una porcilaia
Esausta, dopo anni ed anni di violenze subite, ha trovato il coraggio di confidarsi con i Carabinieri denunciando il suo compagno. Sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, con l’aggravante di aver commesso il fatto con particolare malvagità, causando umiliazioni e sofferenze alle vittime.
Sono queste le accuse per le quali, all’alba di stamattina, sono scattate le manette nei confronti di un 53enne di Torano Castello che, da circa 4 anni, costringeva la compagna ed il cognato diversamente abile a subire maltrattamenti, minacce e vessazioni, segregandoli in casa.
La triste vicenda è venuta alla luce il 27 gennaio scorso, quando i Carabinieri di Torano Castello, a seguito di una richiesta al 112, hanno soccorso la donna che, visibilmente provata, si è decisa a raccontare le crudeltà che stava subendo ormai da anni.
Trasferite immediatamente le due vittime in una casa-famiglia, i militari hanno potuto sviluppare una meticolosa indagine, da cui sarebbe emerso che l’uomo si sarebbe appropriato della pensione di invalidità riconosciuta al fratello della compagna.
Inoltre, avrebbe impedito alla donna ed al cognato di allontanarsi dall’abitazione in cui convivevano, privandoli dell’autonomia economica e dei documenti personali, sorvegliandoli e riportandoli con la forza a casa quando tentavano di allontanarsi.
Inoltre avrebbe minacciato e maltrattato il cognato invalido, picchiandolo anche con un bastone, imponendogli di svolgere dei pesanti lavori nei campi, facendolo vivere in condizioni disumane (“privato di ogni dignità e costretto a vivere insieme agli animali”) in una baracca senza servizi igienici e con la possibilità di utilizzare il lavabo della porcilaia per la pulizia personale, non esitando a rinchiuderlo addirittura all’interno del recinto con un lucchetto al cancello.
Infine avrebbe minacciato e maltrattato la compagna picchiandola violentemente, anche con un trapano, al punto tale da ridurla ad uno stato di prostrazione e di sudditanza psicologica.
A seguito dei precisi riscontri acquisiti dai Carabinieri, il GIP presso il Tribunale di Cosenza ha emesso nei confronti dell’uomo un’ordinanza di custodia cautelare, eseguita stamattina.