Regione: proposta di legge su doppia preferenza di genere non passa in Consiglio

Calabria Politica

Il Consiglio regionale non ha approvato la proposta di legge, presentata dal capogruppo di ‘Calabria in Rete’, Flora Sculco, in tema di “Promozione della parità di accesso tra uomini alle cariche elettive regionali”.

Decisivi, ai fini della non approvazione del provvedimento, sono stati l’astensione dei consiglieri di opposizione e il voto contrario del capogruppo di ‘Oliverio Presidente’, Orlandino Greco, che hanno vanificato i voti favorevoli del resto della maggioranza di centrosinistra. La proposta di legge a firma Sculco prevedeva che nel voto alle Regionali “in ciascuna lista, a pena di inammissibilità nessun genere può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati” e prevedeva poi che “in caso di espressione di due preferenze, una debba riguardare un candidato di genere maschile e l'altra un candidato di genere femminile della stessa lista”.

In apertura di dibattito i capigruppo del Pd, Sebi Romeo, e di Dp, Giuseppe Giudiceandrea, hanno chiesto l’appello nominale sul provvedimento nel suo complesso. Il relatore della proposta, Franco Sergio, dei Moderati, ha illustrato un emendamento all’articolo 1, in base al quale si prevedeva che “nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60% dei candidati”. Fausto Orsomarso, del gruppo Misto, è intervenuto a nome di tutta l’opposizione: “Annunciamo l’astensione della minoranza, se la maggioranza ha i numeri proceda”.

Domenico Tallini, di Forza Italia, ha posto una questione procedurale, specificando che anche nella votazione degli emendamenti si sarebbe dovuto procedere con l’appello nominale.

Romeo ha ricordato che “il tema non è limitato alla sola maggioranza, ma riguarda tutta la Calabria, non utilizziamo tecnicismi per mutare la sostanza del nostro orientamento. Tutto possiamo accettare tranne che sotterfugi: si vuole approvare la preferenza di genere? Allora – ha detto il capogruppo del Pd - si voti a favore e la si smetta di fare sotterfugi. Faccio appello ai miei colleghi: facciamo insieme questa riforma”.

L’emendamento, alla fine, non è stato approvato, cosa che ha suscitato il duro intervento della Sculco, che ha parlato di “pagina buia per la Calabria e per il regionalismo”.

Alla fine, l’articolo 1 nella sua articolazione originaria è stato respinto così come, successivamente, tutto l’articolato. Carlo Guccione, del Pd, ha parlato di “un fatto negativo e di pessima figura su scala nazionale”, auspicando che “il tema della doppia preferenza di genere possa essere ripreso in sede di discussione della riforma complessiva della legge elettorale regionale”.

Tallini ha stigmatizzato il fatto che “la proposta era di sinistra, al punto che oggi siamo stati accolti con le note di ‘Bella Ciao’ e la si voleva far passare a colpi di maggioranza: non siamo contro le donne, ma è necessario il rispetto istituzionale nei nostri confronti. Sul piano politico – ha spiegato il consigliere di Forza Italia – comunque questa maggioranza è inesistente. Siamo disponibili a confrontarci sulla legge elettorale, purché non ci siano strumentalizzazioni”.

Giovanni Nucera, de La Sinistra, ha ricordato che “in commissione la minoranza ha votato a favore”. Secondo Arturo Bova, di Dp, “oggi si getta definitivamente la maschera, mi meraviglio che ancora ci si meravigli: oggi davvero ci ricopriamo di vergogna”.

Gianluca Gallo, della Casa delle libertà, ha rilevato: “Ipocrita l’appello del governatore, la realtà è che c’è lo sfacelo della sua maggioranza. Il vero problema è stato caricare questa vicenda di significato politico”.

A prendere la parola è stato poi Greco, di ‘Oliverio Presidente’: “La mia posizione è chiara e nota, non è di maggioranza o minoranza ma personale e la rivendico in solitudine. La stessa collega Sculco sa che sono sempre stato contrario a questa norma, perché sono altri a mio avviso gli strumenti per la partecipazione politica”.

A parere di Orsomarso, del Misto, “è stato sbagliato l’atteggiamento del presidente Oliverio e della sua maggioranza, che non rappresentano affatto tutte le donne calabresi. Le donne si scelgono per il merito, come dimostriamo noi di Fratelli d’Italia con la leader Meloni e con la deputata Wanda Ferro che abbiamo pensato come prossima candidata alla presidenza della Regione. Noi – ha aggiunto Orsomarso – siamo pronti a riprendere il tema in sede di discussione sulla riforma della legge elettorale”.

Infine, Gudiceandrea di Dp ha evidenziato: “Oggi c’è stata la svelatura di alcuni giochetti e dei buoni e dei cattivi, indipendentemente dagli schieramenti”.

A concludere, il capogruppo del Pd Romeo, per il quale “stasera è stata scritta una pagina buia. Ci colpisce il tentativo di mistificare la realtà da parte di alcuni colleghi che ci accusano di fretta o di volontà di non discutere: basta ricordare che il 16 luglio 2015 è stato approvato quasi quattro anni fa in commissione con il voto favorevole dell’opposizione di centrodestra, e con un sì che arriva dal Consiglio comunale di Catanzaro a guida Forza Italia. La verità – ha sostenuto Romeo - è che il centrodestra non vuole la doppia preferenza di genere, anteponendo gli interessi politici agli interessi dei calabresi, e questa ipocrisia l’hanno capita tutti i calabresi. Non ci sono le condizioni di proseguire i lavori stasera perché la bocciatura di una legge di questa importanza è un fatto straordinario”.

Ha replicato ancora Tallini, secondo il quale “la maggioranza non è credibile quando parla di attenzione alle donne e poi si oppone, come fatto anni fa, al ricorso della Ferro davanti al Tar e alla Corte costituzionale per impedire l’ingresso della candidata donna alla presidenza in Consiglio regionale”.

In sede di votazione, la proposta di legge sull’introduzione della doppia preferenza di genere è stata, infine, respinta, non avendo ottenuto i 16 voti favorevoli necessari.