Gli auguri di Monsignor Morosini: “Pasqua significa cantare alla vita!”
Riceviamo e pubblichiamo gli auguri di Buona Pasqua del vescovo Giuseppe Fiorini Morosini, Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova
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"Gli auguri pasquali sono sempre ricchi di speranza perché hanno come punto di riferimento la fede cristiana nella Risurrezione di Gesù. Egli vince la morte, espressione ultima dell’impotenza dell’uomo, per cui celebrare la Pasqua significa cantare la vita, significa consegnare a tutti, credenti e non, la certezza che ogni nostra difficoltà può essere superata e vinta.
Se guardiamo attorno a noi, i problemi che ci fanno soffrire - e che sarebbe superfluo elencare ancora - sono tanti e non ci incoraggiano a comunicare speranza. Faccio fatica, carissimi, a parlare di speranza dinanzi al ripetersi di gesti criminali che continuano ad affliggere senza tregua il nostro territorio. Vorrei esprimere solidarietà e affettuosa vicinanza a quanti sono stati colpiti negli ultimi giorni dalla violenza vigliacca. A chi compie gesti efferati e poi si accosta con naturalezza e senza il minimo scrupolo ai riti religiosi, alle processioni popolari, ai segni sacri - che invece dovrebbero indurci ad una conversione di vita - vorrei giungesse l'invito forte e accorato a lasciarsi trasformare l'esistenza dalla forza del Risorto. Non serve a nulla una religione fatta di gesti esteriori, che non sappia intersecare la vita e cambiarla dal di dentro!
L'Exultet pasquale, che è canto di vita, sia la risposta ai segni di morte e alle forme di corruzione e di malaffare che affliggono la storia, la nostra storia e quella del mondo. Carissimi, Gesù è morto per tutti, anche per chi si è macchiato di peccati e di violenza fisica o morale. Anche per costoro l’annuncio della risurrezione può essere la sconfitta definitiva delle tante, troppe occasioni di morte, ad ogni livello. È necessario però che lo vogliano e siano disponibili a gesti concreti di riparazione e conversione.
Il futuro non è solo dono di Dio: va costruito anche da noi. La speranza, oltre che desiderio, deve tradursi in impegni tangibili e verificabili che chiediamo soprattutto a chi ci governa. Si elevi il tono del dibattito politico e lo si porti a livello di confronto serio su tutti quei temi che consentono di guardare al domani con più serenità.
Basta con le accuse reciproche e la gara a screditare l’altro, in vista di vantaggi elettorali, personali o di partito. Così non si costruisce futuro! Abbiamo bisogno di una politica di alto profilo, che pensi al domani, soprattutto dei nostri figli, che sono i veri protagonisti del futuro, e nelle cui mani è posta ogni fiducia e speranza.
Ponendoci su di un livello più religioso, come vescovo, ricordo come a Pasqua si usa fare il ‘precetto pasquale’, accostandosi ai sacramenti della confessione e comunione. Questo gesto deve, però, esprimere volontà di cambiamento: non si può far Pasqua coltivando nel cuore violenza, corruzione e sopraffazione, altrimenti, il nostro accostarci alla Santa Eucarestia non produrrà, per la nostra vita, i segni di benedizione e salvezza per i quali il Signore Gesù ci ha lasciato il sacramento del suo Corpo e del Suo Sangue. Dio ci accetta e ci benedice solo se lo cerchiamo con il cuore convertito: solo allora potremo compiere i gesti religiosi.
Vera Pasqua di speranza è prendere sul serio l’educazione dei nostri giovani. Sono troppi i ragazzi che evadono l’obbligo scolastico e non portano a termine un regolare corso di studi. A voi genitori, educatori, a quanti avete a cuore il destino dei nostri ragazzi dico: custoditeli. Incoraggiate i loro sogni e abitate le loro notti. Non lasciateli soli lungo le difficili strade della vita, lì dove è facile fare esperienza di vizi o perdizioni.
Cari ragazzi Cristo risorto sia la vostra speranza.
Fare Pasqua significa, infine, porre tutti quei segni concreti di civiltà e di cura che sono alla nostra portata. Anche l’impegno a mantenere il decoro della nostra città e dei nostri paesi è un segno di quel rinnovamento tangibile, che vorremo fosse segno di resurrezione.
Allo stesso tempo avvicinandosi le diverse competizioni elettorali, ricordo che esprimere il nostro voto con responsabilità - senza barattarlo dietro illusorie false speranze - potrà essere un ulteriore segno che lo spirito della Pasqua ci ha veramente contagiati.
Buona Pasqua, dunque, carissimi fratelli e sorelle! Il Risorto porti pace e gioia nelle vostre famiglie. Nelle varie difficoltà, economiche, relazionali che attraversate, nei dolori o nelle malattie che patite, non vi manchi l’aiuto del Signore!
Vi abbraccio tutti e, portandovi nella mia preghiera, tutti, di cuore, benedico"!
Monsignor Giuseppe Fiorini Mororsini