Entroterra reggino. Un’oasi della biodiversità come volano di sviluppo
Un confronto, quello di ieri, venerdì 26 aprile, nell’aula consiliare del Comune di Bagnara Calabra, tra la Fai Cisl e la Cisl di Reggio Calabria con le diverse forze politiche dell’intera area della città Metropolitana, durante la quale le due segreterie Sindacali hanno presentato una strategia per un’articolata ipotesi di sviluppo riguardante l'entroterra collinare e montano, denominata “progettazione al centro”, un piano, in pratica, di animazione e promozione di un’oasi, collinare e montana della biodiversità, dell'accoglienza e del benessere ambientale, umano e animale.
L'intero impianto progettuale, se supportato, si prefigge di rispondere all'esigenza di assumere maggiore consapevolezza sull'importanza di risanare e salvaguardare, in tutte le sue forme, la ruralità e l’intero entroterra.
“Una collina – spiegano Romolo Piscioneri della Fai Cisl e Rosy Perrone della Cisl - che degrada in un tempo che perde il contatto con la terra e i benefici di avere un’ampia oasi di biodiversità in armonia con il contesto locale. Una collina che deve poter rivivere e pensare alla possibilità di arrestare il continuo spopolamento, mediante progetti idonei e iniziative diffuse, destinati a creare opinione e sinergia creativa tra i giovani per fare ricerca e avviare possibili attività produttive in piena sintonia con il delicato equilibrio ambientale”.
È per tentare di dare risposte a queste esigenze che i sindacati hanno elaborato questo piano strategico di sviluppo, adatto a questi luoghi, dal paesaggio splendido e senza pari.
Una strategia che mette insieme diversi progetti integrati da realizzare con il protagonismo principale dei giovani, organizzati in cooperazione e relative forme di consorzi o gruppi di costante collaborazione di scopo, così da favorire il ricambio generazionale nel settore, alle prese con l'enorme esodo a seguito dei copiosi pensionamenti nel comparto idraulico-forestale, colpito anche da un blocco delle assunzioni dal lontano 1983.
Si tratta di una strategia che punta a creare una grande oasi della biodiversità con la funzione di animare una via concreta legata alla salute e al benessere per coloro i quali intendono vivere questi luoghi, attraverso la permanenza nei paesini, borghi e case contadine ristrutturate, in uno stile pensato per accogliere, con tutti i confort, approfittando dell’annunciata fiscalità di vantaggio; i pensionati delle aree de nord Italia, nord Europa e del mondo.
“C'è l’idea di sviluppare – aggiungono Piscioneri e Perrone - tutte quelle attività possibili, tipiche di questo Appennino Aspromontano, riportate in maniera dettagliata nel piano di rilancio e strategia progettuale che presenteremo. Circa cento giovani, con meno di trentacinque anni, presenti in tutta l’area considerata, devono animare l’intero impianto strategico di sviluppo dell'entroterra con una progettazione compatibile con i luoghi e rispettosa dell'ambiente senza veleni e rivolta ad aumentare il benessere ambientale, umano, animale”.
“Devono creare – aggiungono i due rappresentanti sindacali - dei veri luoghi della salute e del benessere, mediante una produzione autoctona, fatta di semi antichi e orti naturali, turismo rurale, culturale, religioso sostenibile e riprendendo quell’artigianato agropastorale in via di estinzione che sappia tornare alla lavorazione del legno, della ginestra, del ferro battuto, dell'argilla, nonché di tutti quei metodi antichi di lavorazione e conservazione dei prodotti agricoli e della pastorizia, ancora presenti e utili per dare un senso unico e compiuto ad una via enogastronomica di riconosciuta qualità”.
Un'oasi della biodiversità, guidata dai giovani, che nelle intenzioni deve essere fatta di cose concrete, che parta dall’allevamento organizzato delle api, come vere sentinelle sulla salubrità ambientale e al contempo aiuti il rilancio economico, superando lo spopolamento attuale, un vero dramma per queste comunità.