Motorshow 2Mari scrive la storia: arriva la monoposto di F1
La pista “Villeneuve” ospiterà la Minardi PS04B che farà rivivere l’adrenalina di un vero Gran Premio. Ospiti d’onore lo storico patron Giancarlo Minardi e l’ex direttore tecnico Gabriele Tredozi. Il tutto nell’edizione 2019 del Motorshow 2Mari. L’evento, in programma dall’uno al nove giugno nell’area portuale di Saline Joniche, si appresta a scrivere una pagina di storia indelebile negli annali motoristici italiani.
La pista ospiterà la Minardi PS04B, vettura che si è ritagliata uno spazio nella storia della Formula 1, grazie al sapiente lavoro della casa automobilistica guidata da Giancarlo Minardi. L’esibizione avverrà nei giorni di sabato e domenica (1 e 2, 8 e 9 giugno). La pista è il risultato di un lavoro lungo e complesso reso possibile dall’opera da Anas, partner ufficiale dell’evento. La “Villenueve”, con i suoi 865 metri di lunghezza e sei di larghezza, conta una tribuna capiente ed un’illuminazione che permetterà l’attività anche in notturna.
Per tutti gli appassionati, però, c’è un evento dentro l’evento: proprio il patron della storica scuderia italiana sarà l’ospite d’onore del Motorshow 2Mari nelle giornate dell’uno e due giugno, sin dall’inaugurazione del mattino.
Giancarlo Minardi è un nome che non ha bisogno di tante presentazioni nel panorama dell'automobilismo sportivo mondiale. Il grande artigiano delle quattro ruote il cui valore travalica abbondantemente i confini nazionali. Spinto dal fuoco della passione, si è gettato a capofitto in una grande e difficile avventura, superando tanti ostacoli e creando con genuino impegno e professionalità la sua scuderia. Che ha dato i natali ha talenti cristallini della F1. Uno su tutti il due volte campione del mondo ed ex ferrarista Fernando Alonso.
Assieme a Giancarlo Minardi, nei due weekend, sarà presente uno dei pilastri della scuderia dell’epoca, un professionista che ha contribuito alla nascita della monoposto: l’ingegner Gabriele Tredozi, progettista e già direttore tecnico della Minardi, dal 2001 al 2005 e con un curriculum che lo colloca fra le figure più apprezzate nel mondo della Formula 1. Proprio Tredozi, nei giorni scorsi, è stato nella sede del Motorshow, fornendo alcuni suggerimenti che hanno permesso di apportare accorgimenti tecnici in pista, necessari proprio per l’esibizione di una Formula 1. Accolto dal direttivo presieduto da Vincenzo Moscato, l’ingegner Tredozi ha instaurato un rapporto di proficua collaborazione con gli organizzatori.
Per il ricco calendario di eventi in programma con il magico rombo dei propulsori in prima fila, per la qualità di livello assoluto dei rappresentanti di questo mondo che l'animeranno e per le storie di umana passione che verranno raccontate. A partire proprio da quella di Giancarlo Minardi, reduce dall'enorme successo del “Minardi Day” (l'iniziativa a lui dedicata), che ha portato sul circuito di Imola oltre 15mila appassionati. Evento a cui hanno preso parte attivamente i personaggi più significativi della F1 e che, dunque, dona al “Motor Show 2Mari” un ulteriore crisma di internazionalità, oltre che di entusiasmo allo stato puro.
Non poteva essere diverso per un appuntamento di grande richiamo che mette al centro le emozioni che i motori regalano. E la storia di Giancarlo Minardi è mossa dall'emozione e dal fortissimo desiderio di coltivare una passione antica. Come quella di Enzo Ferrari. Romagnolo di Faenza, classe 1947, Minardi cresce in un ambiente familiare in cui respira da subito aria e odori che diventeranno ben presto familiari. Il padre, infatti, gestisce un'importante concessionaria Fiat, la più antica di Faenza. Nel 1972 fonda la Scuderia del Passatore gareggiando in Formula Italia e Formula 3, che diventa Scuderia Everest nel '74 facendo il salto nell'importante Campionato Europeo di F2. Dal 1980 la squadra, gestita interamente da Giancarlo, cambia definitivamente nome in “Minardi Team” e giunge il primo grande successo con la vittoria di Michele Alboreto a Misano nell'81. Che proprio grazie a questa vittoria si rivela come astro nascente dell'automobilismo sportivo.
Nel 1984 Minardi decide di fare il grande passo. L'ingresso in F1 l'anno successivo. E ci riesce divenendo negli anni il simbolo di una realtà che, con pochi mezzi ma grandi capacità, fiuto e organizzazione timbra dignitosamente la sua presenza nella massima formula. Ma non solo. La scuderia italiana diventa soprattutto un laboratorio di piloti emergenti a cui Giancarlo offre il volante delle sue monoposto per lanciare la propria carriera nel firmamento della velocità. Minardi è un grande talent-scout e dalla sua struttura transitano piloti del calibro di Alessandro Nannini, Pierluigi Martini, Andrea De Cesaris, Gianni Morbidelli, Alex Zanardi, lo stesso Michele Alboreto, Giancarlo Fisichella, Marc Gené, il già citato Alonso, Mark Webber e Jos Verstappen (padre di Max).
Un'avventura bellissima in F1 anche se tra tante difficoltà economiche, durata vent'anni (dal 1985 al 2005), romantica e dal sapore unico del mondo delle corse di un tempo. Vent'anni prima della cessione definitiva del team alla Red Bull, che la trasformò nell'attuale Toro Rosso. Conservando, tuttavia, la storica vocazione di scuderia scopri-talenti. Non dimentichiamo, infatti, che a Faenza lasciò un marchio indelebile nel 2008 l'attuale ferrarista Sebastian Vettel, trionfatore del Gp d'Italia. In F1 Minardi ha fatto sognare i suoi tifosi con Pierluigi Martini.
Il pilota di casa ottenne il primo punto del team nel Mondiale di F1 nel 1988, fece un intero giro in testa al Gp del Portogallo del 1989 e qualificò addirittura in prima fila una vettura di patron Giancarlo nel primo Gp del 1990 a Phoenix, accanto al poleman Gerhard Berger con la Mclaren-Honda. I migliori risultati complessivi furono il settimo posto finale nella Classifica Costruttori del 1991 con vetture dotate dei motori Ferrari e l'ottavo nel 1993 con i Ford. Nella vita formulistica di Giancarlo Minardi c'è anche un grande spazio per la nota amicizia con il pilota più amato dell'epoca moderna: il grande e compianto Ayrton Senna. Il quale, prima del tragico decesso a Imola nel 1994, gli confidò di voler concludere con la sua scuderia la carriera in F1.