Cinema: De Biase (Pdl), Albanese ride su disgrazie Calabria
"Si ride sulle disgrazie della Calabria, si ride della sua condizionata e voluta arretratezza, si ride per i governi che nel tempo l'hanno relegata ad essere ultima, si ride nei film quando con stereotipi come l'ultimo prodotto dell'attore-regista che ha tracce di sangue siciliano, ma radicato lombardo, ci descrive come una sorta di ndranghitisti, che votano su indicazione delle ndrine. Si ride perché il cattivo, lo stolto, il burbero, il povero e' sempre uno del sud, o magari un Calabrese". Lo afferma Salvatore De Biase, del coordinamento provinciale del Pdl di Catanzaro, a proposito del film di Antonio Albanese. "Il presidente Oscar Lugi Scalfaro, che ha sangue magno-Greco e specificatamente figlio di sambiasini-lametini, - afferma de Biase - avrebbe detto: "io non ci sto". E allora anch'io parafrasando "io non ci sto". Faccio appello a tutta la rappresentanza politica nazionale, regionale di ogni dove, per una sorta di ribellione, verso un film che ci rappresenta, volgari, invischiati in brogli elettorali, con voti comprati, ladri, corruttibili, giornalisti parziali ecc. Insomma ce n'e' per tutti. In primis per la politica descritta come il malaffare per antonomasia , invischiata nelle ndrine che condizionano ogni risultato politico. Possibile che la Calabria possa essere descritta totalmente cosi ? Possibile che a nessuno - aggiunge - venga il ribrezzo e la ribellione, Possibile che non si veda l'esistenza di una Calabria civile, democratica, storica, fatta dai Bronzi di Rijace, dell'isola di Dino di Cirella, di Scilla e Cariddi, Hera Lacina ,Le Castella, Pitagora di Crotone, a Certosa di Serra S, Bruno, la Ferdinandea, il Mattia Preti, la Cattolica di Stilo, il Bergamotto, il Cedro, la Sila con i laghi, i Giganti di Fallistro, il Patirion di Rossano, la ndujia di Spilinga. No: solo ndrangheta e malavitosi, politica corrotta, arretratezza e film che invece di essere equilibrati, creano un' immagine, un' idea che la Calabruia sia fatta solo di miserie e arretratezza. Tutti dimenticano l'essere noi figli della Magna Grecia che ha dato i natali all'Italia. Ecco perché auspico che ci sia un grido di sdegno: la stampa, la politica, le organizzazioni sindacali, a difesa della Calabria pulita, altrimenti di noi, come al solito, si parlerà di "spazzatura" . Quindi altro che battute esilaranti,- dice - qui si tratta, di offese irriverenti, dopo che nei ministeri, negli ospedali, nelle magistrature, nelle università, nelle forze dell'ordine, la Calabria dona "i figli migliori". Ma di questo non si parla, si parlerà dello stereotipo del film "Cetto la qualunque", bistrattando la nostra terra sempre indifesa. Io - conclude - non ci sto".