Arte: successo per l’installazione di una pittrice rossanese alla Biennale di Venezia
È un'opera che tratta il tema della violenza sulle donne che colpisce per la sua veemenza senza, comunque, scadere nella volgarità o essere, inutilmente, truculenta.
L’installazione fa parte delle opere c.d. “work in progress”, ossia montate sul posto sulla base di un progetto, e “L’obolo della vedova” misura 3,5 mt. di larghezza - 2,5 mt di altezza e 1,5 mt di profondità, tanto che alla pittrice rossanese è stata concessa un’intera sala del plesso museale per poterla realizzare in loco.
L'immagine centrale del quadro, dalla quale si diramano tante vene che si moltiplicano sino ad arrivare ai manichini.... corpi maschili....femminili... fino a fondersi in un unico scenario. Nel quadro centrale è dipinta con olio su tela una donna con lo sguardo perso nel vuoto......a chiedere un perchè senza comprenderne il motivo.....
Carnefice e vittima fanno parte della stessa struttura. La donna, si trova in una gabbia dalla quale non può uscire e non può chiedere aiuto.
Ecco il perchè dei tronconi del corpo femminile e maschile che si uniscono al di sopra della struttura: nella doppia simulazione dell'atto sessuale è impressa la violenza fisica e psicologica che la donna subisce senza possibilità di fuga e che diventa - esso stesso – anzicchè immagine dolce, violenza, dolore e morte con la trasposizione in corpi mozzati. Questi, a loro volta sono circondati da altri tronconi di uomini e donne, che rappresentano le persone attorno alla donna, spesso spettatori omertosi, vittime anch’essi delle loro paure e complici del femminicidio con la loro indifferenza.
“La mia istallazione intitolata "L'obolo della vedova", è liberamente ispirata ad un verso del Vangelo. Come la vedova metteva nel tesoro del tempio tutto ciò che aveva....nella mia istallazione la donna mette tutta se stessa.
La prospettiva è realizzata con una mia tecnica esclusiva di inclusione di infrastrutture, luci, manichini, quadri e giornali fusi nell’olio del dipinto.
Lo scopo della mia arte, in questo caso, è fare coesistere elementi materici e antitetici: l' arte pittorica e il materiale di uso comune, immortalando un viso, in un corpo, una storia, un pezzo di vita che, altrimenti, dopo un giorno andrebbe perduta per sempre, rimanendo soltanto un vago ricordo.
Le mie opere cercano di immortalare quell'attimo, quella vicenda umana, quella vita fondendo insieme al quadro ( e nel quadro) altro materiale insieme a un gioco di luci ed ombre creato appositamente, sino a farlo diventare uno scenario unico.”
L’opera rimarrà in esposizione con ingresso libero e a settembre sarà trasportata a Villa Farsetti in Santa Maria di Sala (VE) dove verrà presentata nell’ambito della Biennale d’arte internazionale.
Gli impegni della pittrice rossanese Milena Crupi continuano ancora con la presentazione di altre opere in Finlandia presso gli spazi espositivi Sello Lybrary nella città finlandese di Espoo con inaugurazione il 23 maggio.