Balneazione, Verdi: “Preoccupazione per le ultime analisi Arpacal”
I verdi chiedono all’Amministrazione comunale di Reggio Calabria a non limitarsi a “emanare ordinanze di divieto alla balneazione”, ma chiede che il Comune esponga alla “cittadinanza in modo puntuale la situazione attuale della depurazione, le previsioni temporali per l’attuazione dei progetti previsti dal Commissario governativo, e gli interventi che sta mettendo in essere per contrastare gli scarichi abusivi sempre più diffusi nel comprensorio cittadino”.
Il partito dei Verdi, prende atto delle ultime analisi dell’ArpaCal di Reggio Calabria (LEGGI QUI) che, dopo quelle dei primi di maggio, rivelano ancora una volta la “cattiva salute” delle acque di balneazione. In particolare ci preoccupano i prelievi che hanno riguardato i tratti mare a largo di Catona e a nord dell’Annunziata. In fondo, la situazione non è peggiore di quella che ha preceduto l’ordinanza sindacale del l’8 maggio scorso che aveva confermato il divieto di balneazione su circa 7 chilometri di costa (da Pellaro a Gallico) come nell’ordinanza del 14 aprile 2017.
Per i Verdi il commissariamento governativo dei fondi CIPE (iniziato nel 2017) per “La depurazione delle acque” e destinate all’agglomerato urbano di Reggio, “avrebbe dovuto garantire interventi per 35 milioni di euro sui sistemi di collettamento, di fognatura e depurazione. Ricordiamo brevemente che i principali interventi prevedevano: ristrutturazione e adeguamento del vecchio depuratore di Gallico che sarebbe stato “alleggerito” dei liquami provenienti da quote maggiori e dirottati sull’impianto di Concessa da potenziare; ristrutturazione e potenziamento del depuratore di Ravagnese in cui far confluire i reflui oggi depurati (si fa per dire) dagli impianti di Cataforio e Armo da dismettere; adeguamento del depuratore di Pellaro; potenziamento del depuratore di Oliveto in cui far confluire i reflui che oggi dovrebbero essere trattati dall’impianto di Paterriti da dismettere; adeguamento dei circa 350 Km di condotte fognarie e di circa 100 impianti di sollevamento.
“Ad oggi, purtroppo, non ci risulta che sia stato realizzato qualcosa di quanto previsto, se non studi preliminari di fattibilità. Insomma, solo buone intenzioni. A complicare il “quadro” nel 2018, su disposizione dell’Autorità giudiziaria, sono arrivati i sequestri penali che hanno riguardato i depuratori comunali di Pellaro e di Gallico e altri dell’entroterra reggino ancora oggi affidati in custodia giudiziaria. Ma un altro problema, a nostro avviso, è nei grossi collettori di scarico di acque reflue urbane che non passano attraverso la seppure precaria depurazione “ufficiale” di cui abbiamo parlato fin qui”.