Belvedere Spinello. Ammazzò il marito al culmine di una lite: condannata e arrestata
È stata riconosciuta colpevole della morte del marito, l’allora 70enne Rosario Arnone, avvenuta a Belvedere di Spinello la sera di San Valentino del 2014 (LEGGI).
Per questo motivo la moglie, Luisa Marrazzo, 67enne di Crotone è oggi finita in carcere dovendo scontare una pena di 4 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione nel penitenziario di Castrovillari.
I carabinieri del capoluogo hanno eseguito a suo carico l’ordine di carcerazione che è stato emesso dalla Procura della Repubblica locale al termine dei tre gradi di giudizio che l’hanno riconosciuta colpevole dell’omicidio del marito.
Dalla ricostruzione dell’evento, sarebbe emerso che la Marrazzo, quel 14 di febbraio del 2014, a seguito dell’ennesima lite familiare, avrebbe ripetutamente colpito alla testa, con un pezzo di legno, il marito che in quel momento era seduto sul divano, nei pressi del camino acceso.
La donna, tuttavia, al pronto soccorso sostenne che il coniuge fosse caduto accidentalmente dalle scale. Tuttavia le condizioni dell’uomo peggiorano, tanto da richiederne il trasferimento all’ospedale di Cosenza, dove la mattina successiva morì.
Quando le condizioni di Arnone peggiorano, il fratello decise di recarsi dai carabinieri della stazione locale e raccontare la sua verità. Il familiare sostenne che era stata proprio la donna ad uccidere il fratello, e che avendo appreso dell’accaduto dalla stessa cognata, e pensando che le condizioni della vittima non fossero così gravi, le avrebbe anche consigliato di raccontare che si fosse trattato di un incidente.
Arnone venne così accompagnato nel pronto soccorso dell’ospedale civile “San Giovanni Di Dio” di Crotone e successivamente, come dicevamo, portato a Cosenza, in prognosi riservata, a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni.
La Marrazzo e il cognato avrebbero dunque dichiarato il falso, sostenendo che le ferite sarebbero state riconducibili ad una caduta accidentale dalle scale di casa. La donna, alla presenza del proprio legale, e interrogata nell’immediatezza dai Carabinieri, aveva poi ammesso le proprie responsabilità.