Inchiesta carcere Cosenza: Di Giacomo, “Da anni lo Stato ha perso il controllo”
“Per noi che lo denunciamo da almeno due anni con iniziative di protesta e di mobilitazione popolare in tutto il Paese – come attraverso la campagna “noi le vittime, loro i carnefici” – l’affermazione del procuratore Capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, secondo cui i detenuti 'ndranghetisti controllano il carcere di Cosenza, non è affatto una sorpresa.”
Lo afferma il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo chiedendo “grande rigore e severità nella prosecuzione dell’inchiesta che ha coinvolto due agenti penitenziari di Cosenza. Noi siamo perché chi sbaglia e indossa la divisa, dopo l’accertamento di responsabilità, paghi persino in modo più severo dei cittadini senza divisa.”
“Questo perché ci sono migliaia di agenti penitenziari – aggiungo Di Giacomo -che quotidianamente fanno molto di più di quanto dovrebbero in turni massacranti, in condizioni di lavoro gravissime, a rischio aggressioni e pertanto la divisa è per noi motivo di orgoglio e va difesa. Ma in attesa della ricostruzione dei fatti nel carcere di Cosenza – aggiunge – non si può scaricare ogni responsabilità su due agenti. Lo Stato da anni ha perso il controllo di gran parte degli istituti penitenziari del centro sud come testimoniano 750 telefonini e sim trovati, in un anno, 11 chili di droga, e una trentina di reati al giorno commessi in carceri senza considerare le violenze tra detenuti (violenze sessuali, fisiche ecc.) sui quali i dati sono non pervenuti. I capi clan di ‘ndrangheta, mafia, camorra continuano ad impartire ordini dalle celle agli uomini sui territori oltre che attraverso telefonini con il più tradizionale sistema dei “pizzini” che – conclude segretario generale – sono fondamentali nella guerra scatenata per la successione dei boss in carcere. Basta sorveglianza dinamica, si torni alle celle chiuse subito. È ora di dire basta e tracciare una linea precisa tra vittime e carnefici.”
Le opinioni espresse in questa pagina non impegnano in alcun modo la nostra testata rispecchiando esclusivamente il pensiero dell’autore a cui viene rimandata ogni responsabilità per quanto in essa contenuto. La testata resta comunque disponibile a pubblicare integrazioni, risposte e rettifiche a quanto riportato e a firma di chiunque sia direttamente o indirettamente coinvolto.