Operazione Quinta Bolgia: Cassazione conferma legittimità scarcerazione Pagnotta
Pochi giorni addietro la Suprema Corte di Cassazione, Sezione Sesta, ha reso note le motivazioni a sostegno del provvedimento di rigetto del ricorso avanzato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro contro l'ordinanza del Tribunale del Riesame che, il 6 dicembre 2018, aveva restituito la libertà a Giuseppe Luca Pagnotta.
In estrema sintesi i fatti: Pagnotta (da tutti conosciuto come Gianluca) era stato arrestato dalla Guardia di Finanza a seguito di ordinanza cautelare emessa dal GIP di Catanzaro su richiesta della locale Procura.
Nell'ambito dell'operazione Quinta Bolgia, infatti, era accusato di corruzione per aver compiuto un atto contrario ai doveri d'ufficio nell'ambito della procedura amministrativa di affidamento del servizio ambulanze su chiamata e occasionale, bandita dall'Azienda Sanitaria Provinciale del capoluogo.
Il Tribunale della Libertà, accogliendo le tesi difensive sostenute da copiosa documentazione e da indagini difensive, aveva ritenuto insussistenti gli indizi che avevano condotto all'arresto e, anzi, aveva verificato l'assoluta correttezza dell'attività realizzata da Pagnotta.
Le censure contenute nel ricorso per Cassazione avanzato dalla Procura, vagliate dalla Suprema Corte, sono state ritenute infondate, così da determinare il totale rigetto del ricorso.
La Cassazione, infatti, ha ribadito la correttezza e la logicità dell'argomentare del Tribunale del Riesame, evidenziando ancora l'insussistenza di un qualsivoglia atto illecito compiuto da Pagnotta posteriormente alla presunta illegale dazione corruttiva.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Saverio Pittelli e Carlo Petitto, esprimendo piena soddisfazione per il provvedimento, si auspica che l'autorevole pronunciato della Suprema Corte, che conferma i granitici assunti del Tribunale della Libertà, sia predittivo della definitiva estromissione di Gianluca Pagnotta dalla vicenda penale, “per lui profondamente triste ed angosciosa.”