Processo Quinta Bolgia, otto condanne per il “cartello” dell’ospedale lametino
Otto condanne e tre assoluzioni. Questo quanto deciso dal Guo di Catanzaro, Paola Ciriaco, nel processo col rito abbreviato scaturito dall’indagine denominata Quinta Bolgia (QUI), avviata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro sulla presunta “gestione” dell’ospedale di Lamezia Terme da parte di due gruppi criminali di stampo ‘ndranghetistico.
La vicenda, che ha portato all’insediamento della commissione d’accesso antimafia presso l’Asp di Catanzaro, ha coinvolto dirigenti medici, infermieri ed imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri.
Secondo l’accusa, due distinti gruppi facenti parte della cosca Iannazzo-Cannizzaro-Daponte, avrebbero “monopolizzato” il nosocomio ottenendo addirittura copie delle chiavi per accedere al centro prelievi, alla farmacia del pronto soccorso e agli automezzi.
Un accesso che avrebbe consentito di individuare i potenziali clienti - ossia i parenti dei defunti - al fine di imporre i propri servizi, evitando la concorrenza e creando una sorta di “cartello” tra due distinte famiglie (QUI): quella facente riferimento a Pietro Putrino e quella con riferimento a Silvio e Pietro Rocca.
LE CONDANNE
Queste le condanne inflitte: Franco Antonio Di Spena: 2 anni e 8 mesi; Giuseppe Perri: 8 mesi; Diego Putrino: 9 anni e 6 mesi; Diego Putrino: 9 anni e 6 mesi; Pietro Putrino: 11 anni; Ugo Bernardo Rocca: 9 anni e 2 mesi; Silvio Rocca: 10 anni e 6 mesi; Vincenzo Torcasio: 9 anni e 4 mesi.
Condannati inoltre i legali rappresentanti delle società La Pietà Putrino, Croce Rosa Putrino, Putrino Service, Rocca servizi e Pietro Rocca, che dovranno pagare una sanzione da 206.400 euro ciascuna. Disposto il risarcimento per le parti civili, definito in 20 mila euro ciascuno.
Assolti invece Roberto Frank Gemelli, Sebastiano Felice Corrado Mauceri e Giuseppe Pugliese.