Siglato protocollo di intesa tra il carcere di Catanzaro e Consolidal
E’ stato sottoscritto il protocollo di intesa tra il carcere “Ugo Caridi” di Catanzaro, diretto da Angela Paravati e la sezione locale dell’associazione di promozione sociale Consolidal, presieduta Teresa Gualtieri. Dopo una collaborazione in atto già da alcuni anni il protocollo mira a realizzare attività a sostegno della persona detenuta e della genitorialità in carcere, alla luce del principio di umanizzazione della pena, nonché a sensibilizzare il territorio su questi temi. Presenti alla firma del protocollo anche Antonio Nania, vice presidente nazionale della Consolidal e Luigi Bulotta, segretario nazionale.
Diversi gli ambiti di intervento: dalla promozione di progetti in favore dei detenuti all’attivazione di percorsi di educazione alla legalità attraverso lo sport, lo spettacolo, la cultura per favorire il diritto/dovere all’istruzione e conseguentemente il reinserimento sociale e prelavorativo dei detenuti. La direttrice Angela Paravati ha ringraziato espressamente la Consolidal, che recentemente, ha anche messo a disposizione un notaio, socio della stessa associazione che, senza alcun compenso, provvede ad alcuni adempimenti richiesti dai detenuti che necessitano del ministero notarile.
Sono previsti interventi progettuali diretti a particolari categorie di soggetti (detenuti immigrati, detenuti con prole), iniziative di aiuto e sostegno morale, di sensibilizzazione e di educazione alla legalità e alla solidarietà, attività di utilità alla persona attraverso incontri e iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso i mezzi di comunicazione. Saranno programmati incontri specifici tra i rappresentanti della Consolidal e della Casa Circondariale per concordare attività, iniziative e progetti da intraprendere, definendone i contenuti e gli aspetti operativi.
Tra le iniziative già in atto il concorso “Natale, fraternità senza barriere” giunto ormai alla quarta edizione, con la premiazione di artistici presepi realizzati dai detenuti e la realizzazione di una saletta, appositamente arredata, per consentire ai detenuti genitori di poter accogliere i loro figli in un ambiente che riproduce quello familiare.