Omicidio di ferragosto a San Calogero. Un’altra svolta, arrestato il genero del presunto assassino
Ci sarebbe un’altra svolta nelle indagini sull’omicidio di Domenico Antonio Valenti, l’agricoltore di San Calogero, all’epoca 74enne, ammazzato a colpi di pistola, una calibro 9x21, nel tardo pomeriggio del 15 agosto del 2016 (LEGGI).
Dall’alba di stamani, difatti, i Carabinieri della Compagnia di Tropea stanno eseguendo una misura cautelare in carcere emessa nei confronti di un giovane imprenditore edile, Salvatore Barone anche lui di San Calogero, che secondo gli investigatori avrebbe partecipato a quell’omicidio, aiutando il suocero.
Denunciate per falsa testimonianza e favoreggiamento personale anche due donne. Si tratta della moglie di Barone, Natalina Sibio, 25 anni, e di Antonella Restuccia, 44 anni, moglie di Cosma Damiano Sibio, quest’ultimo già condannato a 12 anni di reclusione per il fatto di sangue.
Le due donne sono indagate per i reati di false dichiarazioni al pubblico ministero e favoreggiamento personale nei confronti di Salvatore Barone.
Avrebbero cercato di concordare le loro dichiarazioni agli inquirenti al fine di eludere le investigazioni su Barone, rimasto infatti per tre anni impunito e nei cui confronti il gip del Tribunale di Vibo Valentia ha ora accolto la richiesta della procura per l’emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
PER IL FATTO DI SANGUE, come si ricorderà, appena il giorno dopo, il 16 di agosto, si costituì infatti Damiano Sibio Cosma, 52 anni (LEGGI), che una volta interrogato ammise l’omicidio spiegando come con la vittima vi fossero dei continui litigi, per motivi di confine dei loro terreni, poi sfociati nell’assassinio, dovuto presumibilmente all’esasperazione per la situazione che si era venuta a creare.
Valenti venne ammazzato quel giorno dopo essere stato colpito dai proiettili di pistola - si repertarono allora 8 bossoli - al fianco sinistro, al polpaccio e ad un braccio, morendo sul colpo.
L’azione di fuoco avvenne mentre l’uomo, a bordo di una Fiat Panda, si stava recando in un terreno di sua proprietà, lungo una strada interpoderale che collega i fondi e dove lo avrebbe atteso lo sparatore.
Per il presunto assassino, il pm della Procura di Vibo, Claudia Colucci, aveva chiesto l’ergastolo contestando anche la doppia aggravante della futilità (LEGGI).
(Notizia aggiornata alle 14:01)