Termina il servizio mensa all’ospedale, Udicon: “risposte dai vertici”
Non fa pensare a nulla di buono la situazione attuale dell'Asp di Reggio Calabria che prevede "un black out del servizio di mensa degli ospedali, annunciata in questi giorni da parte delle aziende che gestiscono il servizio, a seguito del mancato pagamento di molte mensilità, è allarmante”. Così esordisce il Presidente Nazionale U.Di.Con. Denis Nesci in una nota indirizzata alla Triade Commissariale dell’Asp reggina ed al Prefetto di Reggio Calabria.
“Una ipotesi grave, l’intenzione di incrociare le braccia, che causerebbe il non garantire, a partire dal prossimo ed imminente 1° agosto, i pasti ai degenti ricoverati in buona parte delle strutture ospedaliere reggine. Capiamo - continua Nesci - il disagio delle aziende che assicurano il servizio mensa, e chi gestisce l’Asp deve prodigarsi che questa ipotesi non accada, la sanità calabrese ha già troppe emergenze e questa, in una ipotetica scala di priorità, non è da classificare agli ultimi posti. È imbarazzante verificare che ancora una volta siano i più deboli, gli ammalati, a pagare le inefficienze della gestione della sanità nella nostra regione. La sanità calabrese ha diversi problemi da troppi anni – conclude Nesci - infatti è agli onori della cronaca, specie in questi ultimi mesi, per fatti incresciosi e che non tutelano minimamente i diritti degli ammalati”.
“La situazione della sanità regionale – aggiunge il vice Presidente Regionale U.Di.Con. Calabria, Domenico Iamundo - non induce, attualmente, all’ottimismo. Il ritardo con cui ormai, da anni, si provvede al pagamento dei fornitori di beni o servizi è causato dalla grave situazione debitoria, della voragine apertasi nei conti sanitari a livello locale e regionale e che sembra non trovare soluzioni immediate. L’U.Di.Con. chiede che i vertici Asp – conclude Iamundo - forniscano una celere risposta ad una situazione che necessita di una soluzione immediata sia nell’interesse dei lavoratori che operano in appalto, sia dei cittadini ricoverati nei nosocomi provinciali per garantire l’erogazione dei pasti ai degenti. E per scongiurare una ennesima triste pagina nella storia della sanità calabrese”.