Viaggi dell’anima, la mostra di Mimmo Morogallo tra gli eventi dell’Estate targata Le Muse

Reggio Calabria Attualità

Continua la lunga Estate 2019 del Laboratorio delle Arti e delle Lettere “Le Muse” di Reggio Calabria, eventi denominati “Questione di Sensi”.

È nella Sala Monteleone del Consiglio Regionale della Calabria che nei giorni scorsi si è svolta la mostra antologica del noto artista calabrese Mimmo Morogallo ed in particolare la presentazione del catalogo “Viaggi dell’anima – mare e musica da ogni arte un fascino” che riassume le tappe fondamentali della sua vita attraverso fotografie, fonti bibliografiche e recensioni.

Il catalogo ha i testi critici di Leonida Repaci, Giuseppe Livoti, Sabrina Falzone, e ha visto il saluto delle alte cariche del Consiglio Regionale della Calabria e l’introduzione della vice presidente Muse Francesca d’Agostino. Il presidente Muse Livoti ha presentato il testo, partendo dalle parole di Leonida Repaci, intellettuale calabrese che nei suoi anni giovanili fu definito artista della solitudine nell’intimo delle immagini, conferendo ad esse sostanza e poesia.

Una evoluzione pittorica accentuata anche dai viaggi dell’artista delle rive dell’Orinico al Rio Caroni o ancora le isole Fiji, Australia, le piccole Antille, Canada, Brasile, Argentina che hanno consentito alla critica internazionale di definirlo –l’artista giramondo-.

“La Calabria per Morogallo - scriveva Repaci - è drammatica senza tempo divenendo eloquente simbolo degli italiani del sud, “figliastri del mondo. La Calabria è amara per l’artista, una terra dolcissima ove gli uomini continuano a spezzare un pane intriso di fiele”.

Giuseppe Livoti invece si è soffermato sul suo intervento sull’interazione speculativa pittorica e scultorea che fa coincidere l’esperienza con la vis creativa. Morogallo è per Livoti calabrese “del e nel mondo” mediante una serie di attraversamenti e di viaggi dal luogo di partenza, Gioia Tauro all’approdo nelle terre che coniugano reale ed immaginario, cogliendo le sensazioni dell’uomo di fine ottocento che sente il bisogno di conoscere –il paradiso perduto- per ritrovare e ritrovarsi.

Una riscoperta Morogallo che fa parte della storia dell’arte calabrese, in una riscoperta che va dal naturalismo impressionista all’attuale senso del metafisico, in cui influenze storicizzate vanno dal raffinato selvaggio al silenzio architettonico della convenzione illusoria con una vitalità espressiva che fa parlare accordi di tonalità incontaminate, di terre primordiali fino al superamento del concetto di natura mediante compromessi ambientali in intimi spazi.

Mimmo Morogallo nel suo intervento ha ricordato come “un tempo si poteva vivere di arte: ho viaggiato per il mondo quando gli italiani fuori dalla loro nazione avevano la necessità di ritrovare nella pittura quello che avevano lasciato. All’estero l’arte è altra cosa. Si allestiscono mostre importanti, vi è circuito mentre in Italia siamo rimasti ancora lontani, avendo mancanza di spazi e di persone adeguate, pochi investimenti, nessun curatore specie al sud, o ancora associazioni culturali o service che come in questo caso tramite “Le Muse Laboratorio delle Arti e delle Lettere”, con la sola forza incondizionata del fare, promuovono identità che hanno lasciato un segno nei territori. L’arte astratta lasciamola al mito americano - ha aggiunto il pittore-, dobbiamo amare la geografia da dove proveniamo poiché è la geografia del cuore e dell’anima del nostro territorio mitico”.