Teatro: i solisti di “Turandot” al Locri Opera Festival
Sabato 3 agosto, alle ore 21.00, verrà rappresentata, presso l’Area Archeologica Tempio di Marasà, “Turandot”, dramma lirico in tre atti su libretto di Giuseppe Adami, nella versione originale di Giacomo Puccini. Per questo secondo appuntamento del Locri Opera Festival sarà Renato Bonajuto a firmare la regia mentre il M. Manuela Ranno dirigerà l’Orchestra del Teatro Cilea,
Il cast prevede Zvetelina Vassileva nel ruolo del titolo, Davide Ryu che vestirà i panni di Calaf e Francesca Romana Tiddi che sarà Liù. Affiancheranno i protagonisti, Antonio De Gobbi (Timur), Salvatore Grigoli (Ping), Massimiliano Silvestri (Pong) e Raffaele Feo (Pang).
Sosterrà i solisti il Coro del Teatro Cilea, istruito dal M. Bruno Tirotta.
L’assistente alla regia è Sofia Lavinia Amisich che firmerà anche le coreografie. Le scene e i costumi sono della S.O.L.T.I di Ermanno Fasano mentre le luci sono di Matteo Service. Il trucco e le acconciature sono curati da Alfredo Danese.
“L’immagine della principessa Turandot è multistrato e misteriosa. In genere è una donna così piena di amore da averne paura ed esserne molto gelosa. È un ruolo complesso e la partitura è tra le più impervie del repertorio pucciniano. L’esperienza qui in Calabria è veramente meravigliosa. Ho incontrato molte persone di talento e grandi professionisti. L’impegno è tanto e stiamo realizzando qualcosa di bello che, a mio avviso, farà vivere al pubblico intense e indimenticabili emozioni”, afferma Zvetelina Vassileva.
“Parto dalla fine, da quel finale che coraggiosamente si metterà in scena così come l’ha scritto, lasciato e fortemente amato Giacomo Puccini. La morte di Liù anticipa di poco quella del Maestro, ed è un finale apparentemente triste, ma racchiude in sé un messaggio di speranza, luce e liberazione, così come sottolinea quell’ottavino che si stacca dall’orchestra, acuto e leggiadro, nelle ultime battute. Quell’ottavino è, secondo me, lo spirito di Liù, che non soltanto muore per non rivelare il nome dell’amato (“perché egli vinca ancora”), ma muore insegnando a Turandot una lingua a lei sconosciuta, quella dell’Amore, e perdonando tutti, compreso il popolo e i suoi aguzzini. Timur tuona “l’anima offesa si vendicherà”: non Liù.
Il suo è un messaggio rivoluzionario di Amore e Perdono, che forse Turandot farà suo, liberando finalmente il suo popolo e sposando il Principe Calaf. Nel finale di Alfano tutto ciò si verifica puntualmente: nel finale di Puccini si deve scorgere la luce tra le tenebre, perché nella musica del Maestro tutto è meravigliosamente godibile, ma nulla risulta mai palese e scontato. Felice di interpretare questo ruolo e contenta di farlo in Calabria in un allestimento così ben strutturato”, precisa Francesca Romana Tiddi.
“L’anno scorso questa magnifica organizzazione mi invitò a cantare in “Norma”. Affiancai Marily Santoro come Pollione. Era la prima volta in Calabria. Questa volta al Calabria Opera Festival realizzo il sogno di tutti i tenori del mio repertorio. Sarò Calaf, il principe ignoto del regno tartaro, che nel vedere la gelida principessa Turandot si innamora di lei. Dopo aver assistito alla risoluzione dei tre enigmi da parte di Calaf e soprattutto al suicidio di Liù, la principessa scopre l’amore.
Per interpretare questo ruolo, dalla partitura impervia, è necessaria una grande dose di drammaticità vocale in linea come la natura del personaggio. Sono grato di lavorare con grandi registi e direttori, come Bonajuto e Ranno, e ringrazio i miei colleghi, il coro e l’orchestra per il bel clima con cui si sta procedendo. Sarà un imponente allestimento che colpirà i presenti”, conclude Davide Ryu.
I biglietti, il cui costo varia da 15 a 50 euro in base al settore, sono acquistabili presso La gru di Siderno, l’agenzia di viaggi Persefone e il Bar Riviera di Locri, e on line su Inprimafila all’url www.inprimafila.net. Si ricorda che per chi ha preso parte a una delle due recite de “L’elisir d’amore” (25 e 27 luglio a Locri), il primo settore costerà 40 invece di 50 €.