Gdf Cosenza. Avvisi di garanzia a vertici locali Asp per abuso d’ufficio

Cosenza Cronaca

Concluse le indagini della Procura della Repubblica cosentina, coordinate dal Procuratore Capo Dario Granieri, dal Procuratore Aggiunto Domenico Airoma, nonchè dal Sostituto Procuratore Adriano Del Bene, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza, hanno oggi provveduto a consegnare ai vertici pro-tempore della A.S.P. di Cosenza (Direttore Generale, Direttore Sanitario, Direttore Amministrativo responsabile delle risorse umane, Responsabile dei procedimenti amministrativi) le informazioni di garanzia poiché indagati in concorso per le ipotesi d’abuso d’ufficio con riguardo al complesso “affare” delle “stabilizzazioni” di 439 unità di personale precario che sarebbe dovuto essere in possesso di determinati requisiti soggettivi e oggettivi di posizione. Il tutto si sarebbe dovuto perfezionare in applicazione delle normative di rango nazionale e regionale in deroga al principio di accesso nella p.a. tramite concorso pubblico.

Le ipotesi delittuose d’abuso d’ufficio hanno riguardato diversi casi di assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori precari privi dei requisiti di legge tra cui anche la figlia di uno dei componenti la dirigenza. Nel dettaglio, la complessa attività investigativa delle Fiamme Gialle, ove sono state vagliate le posizioni di tutti i lavoratori interessati al contesto di specie, ha consentito di appurare come, comunque, nella loro interezza le procedure adottate dagli indagati fossero connotate da gravi e diffuse irregolarità. Tra le tante, la stabilizzazione di unità di precariato riveniente dai rapporti di lavoro cc.dd. “co.co.co.” in assenza di qualsiasi requisito di legge avendo previsto il legislatore, in questo caso, l’adozione di procedure concorsuali per il passaggio al rapporto di lavoro a tempo determinato. O, ancora, l’inquadramento di figure professionali che lo stesso contratto collettivo nazionale prevedeva in esaurimento e, quindi, destinate a spirare senza poter essere né rinnovate, nè, a maggior ragione, stabilizzate e per le quali si è usato l’escamotage del cambio di qualifica a favore dei “beneficiari” così da ottenere il risultato voluto. O, infine, i contratti di assegni di ricerca, altra tipologia categoricamente esclusa dal novero delle possibili regolarizzazioni, vincolato all’obiettivo (ricerca) e alla persona contrattualizzata per un periodo stabilito e determinato nel tempo (anche in caso di unico rinnovo) e destinato ineludibilmente a spirare e, quindi, non “stabilizzabile”. I certosini approfondimenti d’indagine, in definitiva, hanno consentito di ipotizzare e segnalare anche alla Magistratura contabile catanzarese un danno erariale, consistito nelle retribuzioni lorde corrisposte al personale illegittimamente regolarizzato, ammontante ad oltre 14 milioni di euro ed in capo ai componenti gli organi di vertice pro-tempore dell’ente in questione, nonchè ai dipendenti dell’A.S.P. che hanno partecipato ai lavori della commissione valutativa per le stabilizzazioni.