Prostituzione: tratta romene a Messina, vergine all’asta on line
Avevano indetto anche un'asta per la vendita della verginità di una minorenne i componenti dell'organizzazione che costringeva a prostituirsi giovani romene e che e' stata colpita la notte scorsa dalla Squadra mobile di Messina con 40 arresti nell'operazione denominata "Bani-Bani". Nel sito wew "Gsex" era stata proposta al migliore offerente la verginità di una ragazza non ancora diciottenne: erano pervenute proposte a prezzi variabili da 800 a 6 mila euro. E' uno dei particolari emersi dalle intercettazioni della lunga indagine andata avanti per circa un anno. Le ragazze venivano controllate e sottoposte a violenze e stupri perché si rassegnassero a subire la mercificazione del loro corpo. Le indagini hanno accertato che il gruppo, che si era poi diviso in tre organizzazioni, durante le ore lavorative per impedirne la fuga o la libertà di movimento, sorvegliava le donne continuamente attraverso un servizio di ronda ininterrotta. Marginale il coinvolgimento degli italiani che avevano solo il compito di accompagnatori delle donne e di fornitori di profilattici. I vertici e gli organizzatori della tratta erano invece romeni. Solo 4 delle prostitute identificate durante le indagini hanno deciso di collaborare con la polizia e sono state sottoposizione a un programma di protezione sociale che prevede l'inserimento nel mondo del lavoro. Gli investigatori hanno scoperto che esisteva una sorta di "racket del marciapiedi": si pagavano mille euro al mese per un posto dove battere. Oltre che a Messina, gli arresti sono stati eseguiti a Palermo, Catania, Siracusa, Milazzo (Messina), Caserta, Cosenza, Firenze e Monza.