Prodotti per tatuaggi. Controlli dei Nas in tutt’Italia: il 20% potenzialmente cancerogeno
Un’operazione in tutta Italia - eseguita dai Carabinieri del Nas d’intesa con il Ministero della Salute - ha interessato i prodotti utilizzati per la realizzazione di tatuaggi, con l’intento di monitorarne sia la regolarità e l’innocuità.
L’attenzione è caduta in particolare sulla commercializzazione degli inchiostri e delle tinture, ispezionando l’intera filiera distributiva, per verificarne la qualità e la sicurezza.
Le attività portato al controllo di ben 117 aziende del settore, come centri di tatuaggio, importatori, produttori e distributori nazionali di pigmenti, prelevando nel contempo 100 campioni di inchiostri poi inviati ai laboratori per la ricerca di sostanze chimiche, come le “ammine aromatiche” e gli “idrocarburi policiclici aromatici (IPA)”.
Le analisi, in un centro accreditato dell’Arpa Piemonte, hanno così portato a rilevare la non conformità di 22 campioni per la presenza sopra i limiti di legge delle due sostanze, considerate potenzialmente tossiche o cancerogene.
A seguito dei risultati analitici, il Ministero della Salute ha così dei provvedimenti urgenti, rivolti a tutti i soggetti appartenenti alla filiera (importatori, distributori ed utilizzatori), che prevede il divieto di vendita e di utilizzo, di ritiro-richiamo dalla rete commerciale e l’obbligo di informare quanti si siano sottoposti a tatuaggio sulla pericolosità dei prodotti, tramite dei sistemi di rintraccio dei clienti o altri metodi ritenuti efficaci.
Inoltre, nel corso dei controlli, sono state contestate 31 infrazioni nei confronti dei responsabili di esercizi commerciali e centri di tatuaggio dovute a mancanze autorizzative dei locali o degli attestati di formazione degli operatori, ma anche carenze igieniche e strutturali delle aree adibite all’applicazione, la detenzione di prodotti privi di etichettatura o contenenti sostanze ed inchiostri non idonei e senza le necessarie garanzie di sicurezza, sequestrando 248 confezioni di tinture e pigmenti.
Il monitoraggio segue temporalmente un precedente servizio conoscitivo, svolto tra il 2014 ed il 2015 nell’ambito di un protocollo di collaborazione con il Dicastero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, che aveva evidenziato 97 campioni di pigmenti per tatuaggi, su 318 oggetto di prelievo, con criticità sulla sterilità, a causa di contaminazioni microbiche e fungine non compatibili con il commercio e l’impiego di questi prodotti, in considerazione peraltro della destinazione e della prolungata permanenza nell’area sottocutanea delle persone.