Foto e video hard nella Corigliano “bene”: assolto imprenditore
Il Gup del Tribunale di Castrovillari ha assolto con la formula piena, “perché il fatto non sussiste”, un noto e stimato imprenditore cinquantaduenne coriglianese, A.V., sottoposto - nell’immediatezza dei fatti - ad un’ordinanza cautelare ed imputato di gravissimi reati nell’ambito di una vicenda che anni fa ha destato scalpore nell’area urbana di Corigliano.
All’uomo si contestava il reato di stalking perché, non accettando la conclusione della relazione extraconiugale intrattenuta con la vittima, una signora anch’essa molto conosciuta nella Corigliano bene - costituitasi parte civile nello stesso processo per chiedere la condanna dell’imputato e un importante risarcimento dei danni - con delle condotte reiterate l’avrebbe minacciata e molestate, contattata con insistenza sul cellulare e sul telefono fisso, pretendendo che si ristabilisse il loro rapporto sentimentale ma sotto la minaccia di rendere pubblica la loro relazione.
L’imprenditore era accusato di averla aggredita verbalmente e minacciata anche in pubblico, causandole un “perdurante e grave stato di ansia e di paura” e un fondato timore per la sua incolumità.
In una occasione, nel giugno del 2015, l’avrebbe anche raggiunta appena uscita da una palestra e con una pistola l’avrebbe intimidita dicendole: “forse non hai ancora capito che se non torni con me, sono disposto a tutto”.
Tra le accuse anche quella di aver indirizzato dei gesti offensivi e volgari nei confronti e della donna e del marito. Nell’agosto del 2015, poi, le inviò sul cellulare delle immagini e dei video che la raffiguravano in pose erotiche, dopo averli inviati anche al marito, al figlio e all’atra figlia minorenne.
Sul 52enne pendevano, inoltre, le accuse di tentata estorsione, detenzione illecita di arma e stalking anche nei confronti del marito della vittima, per averlo contattato e pedinato in diverse occasioni, chiedendogli un incontro e rivelandogli, con intento provocatorio, aspetti privati della donna. All’uomo, tra l’altro, erano stati rivolti gesti offensivi e inviate immagini e foto hard della moglie.
IL PROCEDIMENTO
All’udienza del 25 settembre scorso, il Pubblico Ministero in sede di discussione ha chiesto la condanna dell’imputato alla pena della reclusione.
Richiesta alla quale si sono associati anche i difensori delle parti civili costituite. Il Gup, all’esito della camera di consiglio, in totale accoglimento delle richieste avanzate dagli avvocati Francesco Nicoletti e Francesca Console ha invece assolto l’imputato”.