Castrovillari, Workshop “L’alleanza positiva del Pollino tra Ente Parco e mondo agricolo”
Tutela degli ecosistemi e sostenibilità sono da sempre all’attenzione del Parco Nazionale del Pollino. Nel workshop di ProjectLife in programma a Castrovillari gli attori istituzionali e la filiera agricola hanno raccontato questo importante esempio di micro filiera di qualità che ha saputo creare sviluppo
Una sfida vinta giocata sul campo della sostenibilità ambientale, la tutela e la salvaguardia degli ecosistemi naturali, la competitività dell’impresa agricola. «Sul Pollino possiamo raccontare di un’alleanza positiva costruita tra l’ente parco ed il mondo agricolo. Qui più che altrove stiamo sperimentando che essere area protetta più che una limitazione è un’opportunità». Domenico Pappaterra, presidente del Parco Nazionale del Pollino, ha così sintetizzato l’esperienza del Pollino nel workshop promosso a Castrovillari dalla ProjectLife, diretta da Francesco Volpentesta, nell’ambito della formazione itinerante finanziata dalla Regione Calabria - Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentariattraverso la Misura 1 - Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione- del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020, che nella sede del centro servizi del parco ha affrontato il tema della attività agricola e tutela della biodiversità.
Il presidente dell’Ente ha raccontato il grande protagonismo della filiera agricola nell’azione di valorizzazione degli ecotipi locali sia sul campo che nel corso delle manifestazioni di carattere nazionale ed internazionale che riguardano l’agroalimentare e che è diventata, in stretta sinergia con il Parco del Pollino, vera ambasciatrice dell’identità alimentare della più grande area protetta italiana, diventando come nel caso della Carta Europea per il Turismo Sostenibile (il cui rinnovo si attende a metà novembre visto che gli indicatori di riconferma sono positivi) «testimonial di questo percorso».
«Questo territorio – gli ha fatto eco Francesco Arcidiacono – ha fatto degli ecosistemi e della sostenibilità un cartello che sostiene tutta l’attività» ha commentato raccontando l’esperienza della micro filiera di qualità promossa dal Gal Pollino Sviluppo di cui è direttore e che in quindici anni di attività ha sostenuto 235 aziende che «con fare quotidiano hanno mosso passi nei servizi ecosistemici».
La sostenibilità e la tutela della biodiversità sono due assi sui quali «si innesta la vocazione agricola e turistica di questo territorio» ha dichiarato il vice sindaco di Castrovillari, Francesca Dorato, che ha rimarcato la necessità di «sostenere la formazione per acquisire competenze» in campo agricolo che oggi può rappresentare «momento di sviluppo» puntando sulle eccellenze di cui è ricca Castrovillari. «Non si parla di agricoltura se non si fa tutela del territorio» ha aggiunto Raffaella Abate, presidente del collegio agrotecnici di Cosenza, mentre dal canto suo il direttore di ProjectLife, Francesco Volpentesta, ha sottolineato la forte volontà della società di formazione cosentina di aver progettato questa esperienza formativa per «trasferire alle aziende del comparto agricolo quelle competenze necessarie per innalzare la competitività nello scenario del Mediterraneo».
Maurizio Nicolai, esperto di politiche agricole e formatore principale dei workshop itineranti, ha rimarcato il fatto che oggi più che mai soprattutto in vista della nuova Pac 2020 c’è bisogno di «modelli di policy che sostengano le politiche ambientali» per immaginare una visione a lungo termine della governance di alcuni processi che riguardano uno dei comparti più importanti per la crescita della Calabria.
A corroborare il racconto dell’agricoltura possibile in area protetta sono intervenuti Teresa Maradei, collaboratrice Coldiretti e portavoce della Comunità del Cibo sul Fagiolo bianco di Mormanno, Valerio Cipolla,viticoltore del enologo di Tenuta Celimarro, Maria Nunzia Gallo, presidente della società agricola Campotenese: tre storie diverse ma significative di cooperazione ed intrapresa agricola sul Pollino che ha ribadito come sia possibile fare agricoltura di qualità in area montana mettendo a frutto competenze e passione per giovani che hanno scelto di «ritornare sui luoghi d’origine per mettere a frutto gli studi intrapresi».