Il prof ‘malato immaginario’ è un ‘furbetto’: incassa lo stipendio e se ne sta a casa un anno
Un tocco di commedia alla Molière - anche se in questo caso ci sarebbe poco da ridere o sorridere - nel nome che gli investigatori hanno voluto dare all’ennesima operazione anti-assenteismo, chiamata appunto “Le Malade Imaginaire”.
Il personaggio della vicenda, appunto il malato immaginario, è però ed in questo caso un insegnante che nonostante si desse quasi sempre “malato” lo stipendio continuava a prenderlo ugualmente e pure per intero.
Ma la pacchia è durata poco: stamani, infatti, fiamme gialle di Reggio Calabria hanno eseguito un sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica locale, coordinata da Giovanni Bombardieri, nei confronti del professore, un 36enne del posto, P.B., insegnante in Istituto di Istruzione Superiore del nord Italia, che ora è accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato e di false attestazioni e certificazioni.
La misura rappresenta l’epilogo delle investigazioni che erano partite dopo una segnalazione formale dell’Istituto Scolastico e che - coordinate dall’Aggiunto Gerardo Dominijanni e dirette dal Sostituto Giovanni Gullo - sono state condotte proprio dalla Compagnia della Guardia di Finanza del capoluogo dello Stretto.
Gli investigatori hanno ricostruito come l’uomo sia stato assunto come docente presso la scuola superiore di Lonigo, in provincia di Vicenza, con un contratto a tempo determinato per il periodo compreso tra l’ottobre del 2018 e il giugno scorso.
Di fatto, e però, in nessuno dei giorni ricompresi in questo arco temporale, l’insegnante sarebbe stato presente in servizio, giustificando le sue ininterrotte assenze inviando all’istituto svariati certificati medici ritenuti falsi che attestavano la sussistenza di una patologia grave, a tal punto da richiedere il ricorso ad un’apposita terapia salvavita.
Puntualmente, i certificati, in ordine di successione cronologica della relativa presentazione, coprivano l’intero periodo lavorativo.
In altre parole, il prof si assentava dal servizio per tutto il tempo del contratto, pur continuando a percepire, nel frattempo, gli stipendi previsti per l’incarico.
I finanzieri, alla luce dell’evidente anomalia di questa situazione, hanno acquisito documenti e eseguito degli accertamenti e riscontri, arrivando ad appurare la falsità del certificato medico “madre”, apparentemente rilasciato da un noto ospedale di Reggio Calabria e che attestava la presunta patologia grave del soggetto.
Sulla base di questo “apparente quadro clinico compromesso”, poi, il medico curante dell’insegnante aveva prodotto e trasmesso telematicamente all’Istituto Scolastico vicentino tutti i successivi certificati medici attestanti la necessità delle terapie salvavita.
Gli investigatori ritengono pertanto che in questo modo, sfruttando il proprio medico curante dopo avergli presentato della documentazione sanitaria falsa, “solo in apparenza sofferta”, il “furbetto” avrebbe truffato di continuo il suo datore di lavoro, riuscendo così a percepire fraudolentemente le somme degli stipendi.
La Procura della Repubblica di Reggio, condividendo il quadro delineato dalle Fiamme Gialle, in relazione alle somme di denaro considerate come percepite indebitamente dal “malade imaginaire”, ha così emesso il decreto di sequestro, anche nella forma per equivalente, prontamente eseguito dai finanzieri.