Feto morto a Vibo, Aaroi-Emac: “No allo scaricabarile sugli anestesisti”
Aaroi – Emac sono concordi: il caso del feto morto a Vibo Valentia non sarebbe imputabile agli anestesisti. Per i sindacati la questione sarebbe “un’illazione” e a “oggi del tutto inverosimile che la causa della morte in utero avvenuta a Vibo Valentia prima di un intervento chirurgico per parto cesareo in una gestante a termine possa essere stata l’assenza di medici anestesisti”.
“Parrebbe infatti fuori discussione che si sia trattato di un parto cesareo 'di routine', quindi regolarmente programmato e non urgente, i controlli eseguiti a ridosso del quale avrebbero, purtroppo, evidenziato la morte intrauterina del nascituro, mentre tutti i controlli precedenti, sia per il nascituro sia per la gestante, sarebbero stati normali. Infatti, gli anestesisti di Vibo parrebbero essere stati chiamati unicamente per un taglio cesareo finalizzato all'estrazione dal grembo della donna di un feto già morto ancor prima del suo ingresso in sala parto, senza essere mai stati assolutamente coinvolti nel caso prima di quel momento, in cui ormai non restava null’altro da fare”.
Per Aaroi ed Emac “l’assenza di medici anestesisti” non può “esserne stata causa o concausa. Starà comunque alle autorità competenti, a latere rispetto alle altre indagini, accertare se corrisponda al vero o meno il fatto che - stando a quanto sarebbe stato dichiarato ai media - qualcuno, in qualche suo ruolo ospedaliero, di tale ‘assenza’ avesse parlato ben prima che gli eventi precipitassero, ed eventualmente procedere di conseguenza”.
Le associazioni di categoria hanno quindi messo in evidenza i problemi del comparto sanitario. Come le “carenze di personale medico specializzato in anestesia e rianimazione, le cui pesanti responsabilità sono tutte di chi negli ultimi decenni ne ha programmato la formazione con numeri ridicoli rispetto alle necessità, possono costituire un serio rischio per la vita dei cittadini che hanno bisogno di interventi chirurgici o comunque di prestazioni anestesiologiche e rianimatorie urgenti, in primis nelle sale parto. Perciò, senza dimenticare le altrettanto drammatiche carenze dei colleghi nei pronto soccorso, insistiamo sulla necessità che in tutti gli ospedali italiani vengano previsti in servizio tutti gli anestesisti rianimatori che occorrono per metterli in sicurezza”.