Blitz anti ‘ndrangheta. Colpo alla cosca Iozzo-Chiefari: 17 ordini d’arresto
Diciassette persone sono state raggiunte da un’ordinanza d’arresto in carcere in corso di esecuzione, già dall’alba di stamani, da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro supportati dai colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori e da un elicottero dell’8° Nucleo.
I destinatari sono ritenuti dagli inquirenti appartenenti e fiancheggiatori della cosca di ’ndrangheta degli Iozzo-Chiefari, radicata in particolare nei comuni di Torre di Ruggiero e Chiaravalle Centrale.
Nel provvedimento cautelare - emesso dall’Ufficio Gip del Tribunale del capoluogo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri - vengono contestati, tra gli altri, i reati di associazione mafiosa, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, di omicidio, di estorsione e di detenzione illegale di armi.
Le indagini sono state condotte dai militari del nucleo investigativo, al comando del Maggiore Claudio Martino e del nucleo operativo, sotto le direttive del Tenente colonello Giuseppe Carubia, oltre che da quelli della Compagnia di Soverato, guidati dal capitano Gerardo De Siena.
L’operazione è stata chiamata in codice “Orthrus”, il cane a due teste della mitologia, figlio di Tifone ed Echidna e fratello di Cerbero; ed il riferimento alla vicenda del mito greco nasce proprio dal fatto che in carcere - tra gli altri - sono finite le due presunte “teste” principali del clan, ovvero Antonio Chiefari e Mario Iozzo.
Gli investigatori ritengono anche di aver fatto luce su un duplice omicidio che risale a dieci anni fa, quello di Giuliano Cortese, un ex sorvegliato speciale, e della compagna ucraina, Inna Abramovia, ammazzati a Chiaravalle il 27 aprile del 2009 (QUI). Così come sulla scoperta di una piantagione di marijuana, sempre a Chiaravalle, che risale al 7 settembre del 2017 (QUI) o un sequestro d’armi e droga avvenuto nel marzo dello stesso anno (QUI).
Tra gli episodi estorsivi, l’incendio di un escavatore utilizzato nella costruzione della Trasversale delle Serre, che risale al lontano ottobre del 2008.
UNA POPOLAZIONE SOGGIOGATA
Il provvedimento - che ha portato oggi a “decapitare” gli Iozzo-Chiefari, cosca federata con quella dei Gallace di Guardavalle, trae origine da un’indagine del Nucleo Investigativo diretta dal Procuratore Gratteri, dagli aggiunti Vincenzo Capomolla e Vincenzo Luberto, e dal Sostituto Debora Rizza.
Nel complesso sono indagate 29 persone. Le investigazioni sono durate per quasi 3 anni, documentato l’operatività del clan a Torre di Ruggiero e Chiaravalle e nelle aree limitrofe.
Dalle indagini emergerebbe come i suoi componenti avessero la disponibilità di numerose armi, anche da guerra, e che avessero generato nella popolazione locale “uno stato di soggezione con conseguenti manifestazioni di omertà e accondiscendenza”.
Il clan, in pratica, avrebbe avuto il controllo di attività imprenditoriali e commerciali, soprattutto nei settori dell’edilizia, del movimento terra e del commercio all’ingrosso di legname), ma anche di subappalti per la realizzazione di opere pubbliche anche di rilevante entità, come la “Trasversale delle Serre”, e alcuni interessi connessi ad attività commerciali anche in occasione della festa patronale di uno dei due centri catanzaresi.
Una ulteriore fonte di proventi illeciti sarebbe stata quella gestione di una redditizia piazza di spaccio di marijuana e cocaina, attivata nella zona.
L’indagine avrebbe perso poi di fare luce sulle dinamiche di un tentato omicidio e di un duplice omicidio, consumati rispettivamente nel 2005 e nel 2009, entrambi a Chiaravalle Centrale, e ritenuti riconducibili a dei regolamenti interni all’organizzazione criminale.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
Le diciassette persone finite in carcere sono: Marco Catricalà, di Chiaravalle; Antonio Chiefari, detto “Tartaru”, di Torre Ruggero; Vito Chiefari, Torre Ruggero; Alexandr Daniele, detto “Sasha”, di Palermiti; Damiano Fabiano, di Chiaravalle; Antonio Gullà, di Chiaravalle; Mario Iozzo, detto “Marino”, di Chiaravalle; Luciano Iozzo, di Chiaravalle;
Giovanni Giuseppe Iozzo, di Chiaravalle; Gregorio Giuseppe Iozzo, di Chiaravalle; Raffaele Iozzo, di Chiaravalle, Andrea Maida, detto “U babbo”, di Chiaravalle; Antonio Maiolo, di Mongiana; Giuseppe Marco Marchese, di Chiaravalle; Antonio Rei, detto “U bellino”, di Chiaravalle; Salvatore Russo, detto “u porco” di Chiaravalle; Marco Sasso, domiciliato a Roccelletta di Borgia.