Vigili del fuoco e Usb chiedono tavolo ministeriale per tutelare la professione
“I Vigili del Fuoco italiani sono sotto la catena di comando del Ministero dell’Interno, un Ministero appunto complice e bendato, che non fa alcun tipo di pressione alla politica agli organi competenti per tutelare i suoi lavoratori, niente contratti di lavoro ma contentini ad personam per tenere buono il popolino”.
Una riflessione quella di Usb sulla “delusione ricevuta quotidianamente dal sistema politico che mette in secondo piano gli operatori del soccorso tecnico urgente e cioè noi Vigili del Fuoco. Anzi c’è molto di più, nell’ultimo decreto sicurezza, a firma dell’ex Ministro dell’Interno Salvini, per i pompieri italiani non c’è stato nulla, se non precarizzare ancora di più ed aumentare il carico di lavoro di noi lavoratori dei Vigili del Fuoco – ha confermato la linea della precarietà altri soldi di straordinario per sostenere la campagna antincendio estiva!!!”
“Noi pompieri italiani – denuncia la nota - siamo scoperti dall’Inail (cioè non abbiamo essuna copertura assicurativa), - inoltre non rientriamo nella categoria del lavoro altamente e particolarmente usurante - i nostri salari sono i più bassi di tutti i pompieri d’Europa e del mondo e soprattutto abbiamo all’incirca ottomila precari che stanno attendendo la loro assunzione definitiva (specificando che anche la Commissione Europea si è espressa in merito a questi lavoratori precari storici, su richiesta di noi Vigili del Fuoco dell’Unione Sindacale di Base della Calabria, costatando appunto l’abuso dell’Italia nei loro confronti). Per tutte queste serissime problematiche, per la politica di ieri e quella di oggi, la risposta è sempre la stessa: …se ne parla alla prossima legge di bilancio…”.
“Ma non è finita qui colleghi e pompieri di tutto il mondo, l’Italia secondo gli istituti nazionali, europei e mondiali competenti è il paese più a rischio di catastrofi, alluvioni, terremoti, ecc.., la grandissima carenza di organico presente esiste ormai da decenni, di conseguenza questa carenza comporta il mancato rispetto degli standard europei del soccorso tecnico urgente che ci danno per l’ennesima volta ragione, infatti nelle nazioni facenti parte dell’UE il rapporto è di un pompiere ogni mille abitanti, - spiega l’organizzazione - diversamente in Italia questo rapporto è di un pompiere ogni sedicimila abitanti e soprattutto lo stesso standard europeo parla di sessantamila pompieri permanenti su tutto il territorio nazionale, in Italia il personale operativo non arriva neanche alla metà dello stesso standard europeo”.
“Nonostante i nostri solleciti agli organi competenti del Governo italiano e del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, nessuno ha mai preso in seria considerazione questo scenario nella sua totalità, pertanto abbiamo inviato una nota alle componenti che si occupano di soccorso in Europa per un tavolo di discussione per portare avanti una battaglia al fine di garantire il soccorso tecnico che ormai langue da anni. riteniamo che: non siamo numeri dai quali estrapolare una lista da spuntare nel corso degli anni, e da poter mettere negli appunti delle cose da fare entro breve, siamo una priorità per la popolazione, e come in ogni altro paese del mondo il soccorso alla popolazione deve essere al primo posto degli interessi di tutti. Cercheremo di unire più enti che si occupano di soccorso affinché le priorità vengano ristabilite. Per il momento attendiamo risposte oltre le alpi!!”