Contact center Inps, cambia appalto. Lavoratori agguerriti: “mantenere clausola sociale”
Nella giornata di venerdì le segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, hanno proclamato lo sciopero di tutte le lavoratrici e i lavoratori che operano sulla commessa Inps.
Circa tremila in Italia e 200 soltanto a Rende, i partecipanti, con un’adesione alla “serrata” che è stata superiore all’80%, con punte, come a Rende, del 100%.
“Una reazione forte delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti - affermano soddisfatte le Sigle - che hanno espresso tutta la loro rabbia innanzi alle sedi territoriali Inps per il cambio di appalto di riferimento per il settore dei contact center in oursourcing”.
Nel frattempo, al termine della manifestazione, è arrivata anche una convocazione ministeriale, per martedì prossimo, 29 ottobre, in cui saranno presenti tutti gli attori di quella che dagli interessati viene definita senza mezzi termini come una “vergogna di stato, aziende uscenti, aziende subentranti e Inps”.
Così come viene definito “vergognoso” il fatto che una clausola sociale di una commessa statale si sia messo in discussione il mantenimento del perimetro occupazionale.
Se ne dicono certi in tal senso Emanuela Cutrì, della Rsu Slc Cgil e dipendente Covisian, operatrice telefonica su commessa dell’Inps.
Da qui un invito forte al presidente dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, Pasquale Tridico, “nostro conterraneo” ha evidenziato Cutrì chiedendogli di farsi garante della tutela di tutti i lavoratori coinvolti “o si faccia da parte” botta il sindacalista. Non permetteremo che venga lasciato a casa nessuno, non concederemo di fare macelleria sociale sulle lavoratrici e sui lavoratori che da circa dieci anni operano con professionalità e competenza per garantire un servizio pubblico di assistenza”.
Parole dure anche da parte di Daniele Carchidi, segretario generale della Slc Cgil Calabria: “quanto sta accadendo nel cambio di appalto della commessa Inps contact center si può sintetizzare senza timore di errare con una sola parola vergogna. Abbiamo governato 15 cambi di appalto nel settore contact center con accordi sindacali che hanno mantenuto diritti e salario invariati per i lavoratori, salvaguardando non solo il perimetro occupazionale previsto dalla clausola ma estendendo in alcuni casi l’accordo e le sue tutele a lavoratrici e lavoratori precari e dello staff”.
Quel che a Carchidi appare poi “paradossale è che dopo aver garantito le giuste tutele in cambi di appalto di commesse private, oggi stiamo riscontrando moltissime difficoltà in un cambio di appalto pubblico”
Il rappresentante della Slc-Cgil chiede al ministero, che ha convocato le parti per martedì, di farsi garante di una “corretta applicazione della clausola sociale, visto che l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale da azienda appaltante sta operando alla pari del peggior padrone”.
“Quanto al nostro corregionale presidente dell’Inps, che questa estate in tour per l’Italia prometteva ai lavoratori coinvolti che sarebbero diventati tutti dipendenti pubblici, - conclude Carchidi - smetta di fare propaganda populista e si faccia garante della continuità occupazionale di 3000 lavoratori, di cui circa 200 suoi corregionali. Se non dovesse riuscirci, rassegni le sue dimissioni”.