Eutanasia e suicidio assistito: se n’è parlato a Catanzaro Lido
Interessanti spunti di riflessione sono emersi dal dibattito sull’eutanasia e il suicidio assistito promosso dall’Associazione Open e dall’Ubik di Catanzaro. L’evento si è svolto lo scorso 28 ottobre, presso il quartiere Lido (sala grande del Bar Cremino), alla presenza dell’Avv. Sebastian Ciancio – Penalista del Foro di Catanzaro, del Prof. Pasquale Giustiniani – Membro del Comitato Direttivo del CIRB (Centro interuniversitario di Ricerca Bioetica) e dell Prof. Tullio Barni – Professore Ordinario di Anatomia Umana presso la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’ Università Magna Graecia.
L’incontro, dedicato ai nuovi scenari aperti dalla recente pronuncia della Consulta sull’aiuto al suicidio, ha visto la partecipazione attiva di tanti giovani del capoluogo. Dopo l’introduzione di Nunzio Belcaro, libraio dell’Ubik di Catanzaro, ha preso parola il primo relatore Avv. Ciancio che ha spiegato ai presenti i punti salienti della pronuncia del 25 Settembre sulla condotta di Marco Cappato, bacchettando il Parlamento che sul tema non ha dato fattivamente prova di voler ottemperare alle proprie responsabilità.
“ Nessuno può guardare nell'anima di un altro. Noi cittadini come i medici tendiamo a valutare un corpo che soffre. Ritengo che se una persona ha davvero perso ogni speranza e per lei la vita è diventata una pura e semplice condanna, abbiamo il dovere di crederle –Ora alla politica il compito di riflettere su un tema delicato non più rinviabile con una legge che analizzi ogni contesto ed eviti casi Pothoven ”, ha commentato Ciancio.
Il secondo intervento, poi, è stato quello di Giustiniani, con un’ampia considerazione sul fine-vita e sui concetti di “dignità” e “libertà”. Il noto bioeticista cattolico, dopo aver riflettuto sul mancato sostegno economico alle attuali leggi italiane in materia, ha analizzato la questione di legittimità dell'articolo 580 del codice penale sollevata nell'ambito del processo a Marco Cappato per il suicidio assistito di Dj Fabo. Successivamente, invece, il Prof. Barni ha ribadito il ruolo della scienza nel panorama bioetico, rafforzandone consistenza e validità, rivendicando soprattutto i principi di autodeterminazione e laicità.
Rispondendo alle domande degli intervenuti ha elencato tutte le argomentazioni a favore della legalizzazione dell’eutanasia : dal “diritto a morire” e al “diritto a morire con dignità” fino al “diritto a fare ciò che si vuole del proprio corpo”, dall’“insignificanza ed inutilità del soffrire” alla“sofferenza per i familiari, gli amici, i conoscenti e il personale medico”. Un dialogo profondo e costruttivo, partito dagli input lanciati da due libri sul tema: "Secondo le mie forze e il mio giudizio" di Chiara Lalli edito da “Il Saggiatore” e "Lorenzo. Processo all'eutanasia" di Colapinto e Giustiniani, romanzo edito da “L'isola dei ragazzi”.