Bufera sulla piscina. Krotone da Vivere chiede scatto d’orgoglio: “si dimetta Sindaco e si sciolga il Consiglio”
Chiedono uno “scatto di dignità” e dunque di rassegnare immediatamente le proprie dimissioni e, nel contempo, invitano “tutte le forze sane del Consiglio comunale” di Crotone “a prendere in seria considerazione l'opportunità di attivare le procedure per lo scioglimento dello stesso Consiglio, nell'interesse esclusivo della città di Crotone e dei suoi cittadini”.
La richiesta è rivolta al sindaco di Crotone Ugo Pugliese e all’assessore allo sport Giuseppe Frisenda, attualmente sospesi dalle rispettive cariche in ossequio alla cosiddetta Legge Severino (QUI) dopo essere stati convolti nell’inchiesta della Procura pitagorica su dei presunti “illeciti” nell’affidamento delle gestione della Piscina Olimpionica, e per la quale sono stati raggiunti da un divieto di dimora nel comune di Crotone (QUI).
Ad avanzarla sono i consiglieri Tonio Argentieri Piuma e Massimiliano Bianchi, capogruppo Krotone da Vivere, che nel contempo invitano anche la Corte dei Conti e il Prefetto ad intervenire prontamente nell'interesse della città jonica.
Piuma sottolinea anche che la questione della piscina comunale era stata già posta all'attenzione dell’amministrazione, richiedendo tre anni fa l’accesso agli atti, “senza ricevere a tutt’oggi alcuna risposta”, viene ribadito.
“Indiscutibile è il diritto di difesa degli indagati – affermano ancora Piuma e Bianchi - e sicuramente parziale è la nostra conoscenza dei fatti, motivo per il quale non si vuole dare assolutamente qui una valutazione su di essi, ma le dichiarazioni rese dalla Signora Dirigente della Digos, dal Signor Questore, dal Pm procedente, dal Signor Procuratore della Repubblica di Crotone in sede di conferenza stampa relativa all’operazione appaiono gemelle dalle censure mosse dalla Corte dei Conti all’ente pitagorico”.
Secondo i due consiglieri al Comune di Crotone ci sarebbe quella che definiscono “una sistematica violazione delle regole di contabilità pubblica e delle regole amministrative”.
“Ovviamente - aggiungono - una simile situazione di irregolarità potrebbe divenire il terreno fertile dove fare prosperare la politica dell'inciucio e degli interessi clientelari, con la conseguenza che le amministrazioni devono fare di tutto perché le regole siano normalmente rispettate”.
“Poniamo ad esempio il caso - continuano i consiglieri - di una persona che cerca lavoro, potrebbe accadere che il problema del singolo non sarà risolto nei modi regolamentari previsti, ma attraverso un caffè preso al bar con il politico compiacente, in grado di superare le regole amministrative, a discapito dell'altro bisognoso di aiuto che non ha un Santo in paradiso”.
“Leggiamo nei giornali - incalzano poi Pima e Bianchi - che l’attività amministrativa sarebbe svolta fuori dalle mura comunali, in altri luoghi, e con l’interferenza del referente politico del Sindaco, il Signor Enzo Sculco, fatto che costituisce ulteriore motivo di preoccupazione: in sintesi abbiamo un'attività amministrativa irregolare che sarebbe persino decisa fuori dalle sedi comunali, se così fosse sarebbe un vero pasticcio e Crotone non merita questo”.