“Una terra che vuole volare”: report annuale del Comitato Aeroporto in un convegno
“L’aeroporto di Crotone è in primo luogo l’unica infrastruttura che permette a questo territorio di provare ad affacciarsi sul mercato turistico nazionale ed internazionale ma è anche, purtroppo, l’unico modo con cui tanti cittadini possono partire per curarsi in idonee strutture sanitarie, per quei “viaggi della speranza”, cioè, che difficilmente si possono affrontare in autobus o in treno poiché quei terribili momenti sono dettati dall’assoluta necessità dell’urgenza”.
È con questa considerazione che il Comitato Cittadino Aeroporto Crotone ha fissato un convegno dal titolo “Una terra che vuole volare” come evento conclusivo delle attività del Comitato Cittadino Aeroporto Crotone per il 2019.
“Il Pitagora è importante, - dicono dal direttivo - inoltre, per i tanti studenti universitari che possono mantenere un legame con la propria terra e la loro famiglia pur dovendosi trasferire in altre parti d’Italia o d’Europa ed attenuare così il disagio del distacco che soprattutto all’inizio può risultare molto difficile affrontare. Cercheremo di parlare di altre infrastrutture, di strade e ferrovie, cioè, che, per usare un eufemismo, sembrano ferme a cento anni fa!”
“Nel 2018 lanciammo un messaggio chiaro e forte a chi assumeva su di sé responsabilità politiche a tutti i livelli; allo stesso modo ora, mantenendo fermo il massimo impegno a livello istituzionale, pensiamo che la soluzione del problema delle infrastrutture della città e dell’intera fascia ionica debba divenire il cuore delle attività di tutto il tessuto associativo locale – spiega la nota”.
“Siamo convinti che insieme a tante altre associazioni ed all’intera società civile possiamo essere gli autori di una nuova pagina nella storia della città e della costa ionica che ci tolga dall’isolamento, che consenta alla nostra terra di ritornare a volare e che, così facendo, crei le condizioni per un vero sviluppo economico, l’unico antidoto – conclude - contro un destino di una sempre maggiore arretratezza e di un totale e definitivo spopolamento”.