Tassa sui Rifiuti. In Calabria si spende troppo, quasi 300 euro a famiglia: e la Rd “arranca”
Trecento euro: a tanto ammonta la media 2019 del costo della tassa dei rifiuti in Italia, con differenze territoriali molto marcate: se la regione più economica è il Trentino Alto Adige, con 190 a cittadino, la più costosa è la Campania con 421 euro mentre la Calabria si attesta nell’elenco delle dieci regioni più esose con un valore medio per residente di 296 euro.
È questo il quadro che emerge dalla rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che è disponibile online gratuitamente e dietro registrazione, sul sito dell’associazione.
L’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento nel 2019 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri.
Una rilevazione che è realizzata nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico (con DM del 7 febbraio 2018).
Dal quadro tracciato ne emerge come a livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord con in media 258 euro, poi al Centro con 299 euro, ed infine al Sud con 351 euro.
I report è stato realizzato analizzando in particolare le tariffe dei 112 capoluoghi di provincia, ed ha permesso di riscontrate variazioni in aumento in poco più la metà di questi, 51, con tariffe stabili in 27 capoluoghi e una diminuzione in altri 34.
LA FOTOGRAFIA DELLA REGIONE
Come dicevamo la Calabria si attesta tra le regioni più care, dove in una famiglia si spendono mediamente 296 euro. Nella nostra regione, nel dettaglio, si passa infatti dai 184 euro di Vibo Valentia ai 443 di Reggio Calabria, nonostante una flessione del 2,9% rispetto allo scorso anno.
In mezzo, Crotone con 356 euro (uguale all’anno precedente e seconda città “più cara” della regione); Cosenza con una spesa di 253 euro (+5% rispetto al 2018) e Catanzaro con 246 euro (stessa del 2018).
Per quanto riguarda la raccolta differenziata, Crotone rimane fanalino di cosa della con appena il 7,1% di Rd; dato positivo invece quello di Catanzaro col 60,9%; seguono nell’ordine Cosenza col 52,6%; Reggio Calabria col 31,5% e Vibo Valentia col 26,5%.
Dall’analisi esce fuori anche che più di due famiglie su tre (precisamente il 68,2%) ritengono di pagare troppo per la raccolta dei rifiuti, una percentuale che sale nelle altre regioni del sud come l’83,4% della Sicilia, l’80,2% dell’Umbria, il 79,1% della Puglia con ed il 78,4% della Campania.
Solo il 60% delle amministrazioni comunali o delle aziende che gestiscono il servizio, poi, ha elaborato e reso disponibile la Carta dei servizi. Solo due su tre indicano il tipo di raccolta effettuata, la metà esplicita la frequenza con cui è effettuata. E al cittadino è ancor meno dato a sapere con che frequenza vengono igienizzati i cassonetti (lo indica appena il 47% delle Carte), pulite le strade (37%) o svuotati i cestini lungo le vie (25%).
UN PAESE DI RITARDI E INEFFICIENZE
“In tema di smaltimento dei rifiuti continuano a registrarsi in molte aree del Paese ritardi ed inefficienze e la transizione verso un’economia circolare, prevista dalla strategia 2020, sembra essere ancora lontana”, dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva.
“Continuiamo a registrare una modalità di calcolo dei costi che - aggiunge - non tiene conto dei rifiuti realmente prodotti e quindi non incentiva il cittadino a cambiare i propri comportamenti perdendo così un’occasione per costruire percorsi innovativi basati sul coinvolgimento di cittadini, aziende ed istituzioni in un circuito virtuoso”.
Secondo Gaudioso, ancora, “Molto marcate sono le differenze territoriali non solo in termini di costi del servizio ma anche di qualità e la rilevazione delle eventuali agevolazioni disponibili restituisce una fotografia molto variegata: vivere in una città anziché un’altra può voler dire disporre di un servizio gestione rifiuti costoso, insoddisfacente e con limitate agevolazioni a sostegno del pagamento della tariffa”.
DIFFERENZIATA, CALABRIA ULTIMA
Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2018 dell’Ispra – l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - gli italiani nel 2017 hanno prodotto meno rifiuti (29,6 milioni di tonnellate, -1,7% rispetto al 2016). La maggioranza di quelli urbani è prodotta nel nord, il 47%, poi dal sud con il 31% e infine dal centro col 22%.
La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 55,5% (+3 punti rispetto al 2016) mentre il 23% finisce in discarica. A livello di aree geografiche anche in questo caso il Nord si posiziona al primo posto (66,2%) seguito da Centro (51,8%) e Sud (41,9%). Percentuali più elevate in Veneto (73,6%), Trentino Alto Adige (72%), Lombardia (69,6%), Friuli Venezia Giulia (65,5%); le più basse in Sicilia (appena il 21,7%, Molise (30,7%) e, dulcis in fundo, Calabria (39,7%).