Castello di Carlo V rimane chiuso, Galdieri: “sforzi vani, monumento rischia il degrado strutturale”
“Ci abbiamo provato con tutte le nostre forze e senza risparmiare alcuna energia, ma purtroppo il nostro Castello non verrà riaperto a breve”.
L’assessore alla Cultura del Comune di Crotone, Valentina Galdieri, non nasconde l’amarezza dopo la riunione del tavolo tecnico, convocata mercoledì scorso in Prefettura, per la bonifica della fortezza aragonese.
La Regione Calabria, così com’è stato puntualmente riportato da alcuni organi di stampa, ha presentato, nelle scorse settimane, alcune osservazioni e richiesto ulteriori sondaggi ed analisi che, a quanto sembra, la Sovrintendenza è impossibilitata a fare per mancanza di risorse.
“Si è venuto a creare, in tal modo, - spiegano dal Comune - un vero e proprio stallo che ha già generato un ritardo di almeno sei mesi per l’inizio dei lavori di bonifica, per cui il Castello di Carlo V, molto probabilmente, resterà chiuso al pubblico anche per la prossima estate. È stata presentata, una relazione tecnica, condivisa da tutta la giunta, con l’obiettivo di riaprire al pubblico almeno parte della fortezza, tra cui la “Torre aiutante”, con ingresso indipendente dalla Villa Comunale, e l’ex “Caserma Campana” con ingresso esclusivo ai dipendenti del Polo museale”.
“Se fosse accettata la proposta dell’amministrazione comunale – spiega Galdieri - si potrebbero raggiungere immediatamente due obiettivi: la parziale riapertura del Castello di Carlo V, e la possibilità di trasferire i dipendenti del Polo Museale dalla Principe di Piemonte, così da adibire i locali di una scuola storica della città a nuova biblioteca comunale, in modo tale da ristabilire a tutti gli effetti il servizio bibliotecario per i crotonesi”.
“Si ha quasi l’impressione – commenta la Galdieri – che del nostro Castello non importi nulla a nessuno. Abbiamo avvertito la sensazione che questo Complesso Monumentale non sia considerato importante, se non per la città di Crotone. Eppure, vorrei ricordare, la fortezza aragonese rappresenta un “unicum” nel meridione se non in Italia”.
Oltre al problema della bonifica, il Castello rischia di pagare la chiusura anche in termini strutturali. “La fortezza aragonese – continua l’assessore alla Cultura – ha bisogno di essere riaperta anche per salvaguardia del monumento stesso. Quei locali hanno bisogno di aria, non possono restare troppo chiusi, e di una continua manutenzione altrimenti rischiamo che si degradino a tal punto che, il giorno in cui saranno riaperti, necessiteranno di ulteriori risorse per il ripristino”.
“Tutti gli sforzi fatti da questa amministrazione, documentati dalle continue lettere con le Soprintendenze sono stati vani, - termina la nota - le richieste della città si sono infrante contro un muro di gomma costituito dalla indifferenza del Governo nazionale”.