Farmaci campani smaltiti in Calabria, così “sparivano” i rifiuti: 20 indagati, in 8 in carcere
Le indagini sono partite dopo che gli investigatori avevano individuato una discarica abusiva, in località “Bagni” a Lamezia Terme. Si accertò così che in quell’area alcuni autocarri ci si recavano per sversare dei rifiuti che formalmente sarebbero stati destinati ad essere stoccati in dei siti autorizzati del Nord Italia, ma di fatto inutilizzati.
Da qui gli inquirenti vollero vederci chiaro ed avviarono un’approfondita attività investigativa, supportata anche da intercettazioni, ed alla fine ritengono si aver scoperto e bloccato quello che definiscono come un vero e proprio “sistema criminale organizzato”, che sarebbe stato diretto da due persone oggi finite in carcere insieme ad altre sei, altre sette invece sono state sottoposte ai domiciliari e cinque ancora all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’inchiesta, denominata in codice “Quarta Copia”, nel complesso ha portato dunque ad indagare venti persone a cui vengono contestati, a vario titolo, i reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e di inquinamento ambientale (QUI IL VIDEO).
Come dicevamo, gli inquirenti ritengono a capo della “struttura” due degli arrestati: si tratta di Maurizio Bova e Angelo Romanello, rispettivamente di 41 e 35 anni.
La tesi è che attraverso la costituzione ed il controllo di fatto di due aziende, la “Eco Lo.Da” di Gizzeria (nel catanzarese) e la “Crm” di Dozza (nel bolognese), entrambe destinatarie oggi di un provvedimento di sequestro preventivo, avrebbero gestito in modo illecito la filiera del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, sversati sia all’interno della discarica abusiva di Bagni ma anche in un altro sito individuato in località San Sidero di Lamezia, tra l’altro vicini ad alcuni corsi d’acqua che attraversano il territorio della Piana.
Gli accertamenti e le analisi a suo tempo svolti nelle aree individuate avevano portato a rilevare la presenza anche di rifiuti classificabili come speciali e pericolosi, in particolare farmaci che sarebbero stati smaltiti attraverso gli indagati da una società campana e che provenivano proprio da quella regione.
I NOMI DEGLI INDAGATI
In carcere sono così finiti: Maurizio Antonio Bova, cl. ’78; Angelo Romanello, cl. ’84; Assunta Villella, cl. 74; Giuseppe Parisi, cl. 73; Giuseppe, Liparota cl. ‘59; Gianfranco Liparota, cl. 84; Felice Antonio Liparota, cl. ‘83; Felice Gabriele, classe ’63.
Ai domiciliari, invece: Domenico Antonio Sacco, cl. ‘94; Sarina Parisi, cl. 61; Francesco Parisi, cl. 71; Michelina Imparato, cl ’70; Matteo Molinari, cl. ‘83; Pasquale Gabriele, cl. 91; Giuseppe Leto, cl. 58.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, infine, per: Domenico Bernardo, cl. 74; Tommaso Galati, cl. 78; Ferdinando Benincasa, cl. ‘77; Mancuso Angelo, cl. 61; e Gennaro Battipaglia, cl. 51.
Il blitz, scattato all’alba, è stato condotto dalla Squadra Mobile di Catanzaro e dagli uomini del Commissariato di polizia di Lamezia Terme, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia delle Procure del capoluogo e della città della Piana.
Le indagini sono state dirette per la Procura di Catanzaro dal Procuratore Capo Nicola Gratteri, dall’Aggiunto Vincenzo Capomolla e dai Sostituti Elio Romano e Corrado Cubellotti, e per la Procura lametina dal Procuratore Salvatore Curcio e dal Sostituto Marica Brucci.
I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti in collaborazione con le Squadre Mobili di Milano, Varese, Como, Torino, Bologna, Salerno e Benevento.