Lamezia, Acli terra Calabria al Comune: istituire consulta dell’agricoltura
Piano di politica agricola in rete ecomprensoriale tra Comuni, GAL dei Due Mari, produttori, il Parco Agricolo Calabria, le associazioni professionali, l’Ufficio Diocesano per i problemi sociali e del lavoro, esperti di marketing. È la proposta lanciata da Acli terra Calabria per la quale “lo strumento più idoneo per rilanciare il dialogo e la rete tra le imprese, vera piattaforma di base da cui far ripartire il lavoro, la sostenibilità ambientale, l’identità e la competitività del comprensorio, è l’istituzione della Consulta territoriale dell’agricoltura”.
Da qui la richiesta dell’associazione di categoria al sindaco Paolo Mascaro e all’assessore all’agricoltura di “convocare le Associazioni professionali agricole e i sindaci del comprensorio per costruire un partenariato finalizzato alla istituzione della Consulta territoriale dell’Agricoltura quale luogo di confronto e di sintesi per rilanciare il comparto”.
Per l’Acli “l’organismo di rappresentatività del settore primario ha lo scopo di collaborare in idee e progettualità con le Amministrazioni comunali, le imprese e le Associazioni professionali. La Consulta va intesa come soggetto facilitatore, che elabora proposte di sviluppo, per creare nuove forme consortili-cooperativistiche per rivitalizzare e ripensare il comparto da fattore di sviluppo locale a vettore di sviluppo in un’economia regionale e nazionale.
“Nelle azioni prevalenti della Consulta rientrano: la creazione di un marchio identitario-comunitario del lametino regolamentato; la messa in rete delle aziende agricole per la partecipazione a fiere regionali e nazionali; l’educazione alimentare e del rispetto dell'ambiente; la salvaguardia sostenibile del territorio; politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico”.
La Consulta “deve essere un presidio di proposta e tutela, quando occorre di denuncia per la tutela del territorio. Attenzione particolare dovrà essere dedicata alla programmazione e la stesura di obiettivi strategici, anche rispetto ai Fondi europei, finalizzati alla nascita di filiere e distretti territoriali, a partire dalle aree montane e collinari: filiera dell’olio, della comunità dei grani antichi, della vitivinicoltura, della biodiversità, del cibo, dell’agriturismo”.