Cosenza. Nasce Gaia, galleria di arte contemporanea autogestita
Nasce dal basso la galleria d’arte contemporanea “Gaia” che dal 22 dicembre prenderà vita. Alle 18 a palazzo Cosentini, uno dei tanti edifici storici che affacciano su corso Telesio a Cosenza, si terrà infatti l’inaugurazione dello spazio dedicato all’arte nel centro di Cosenza. Un luogo necessario per la città in un posto dove il degrado strutturale necessita di tante “azioni” compresa l’arte e che si va a collocare fra le esperienze dei “musei di quartiere” presenti in tantissime città del mondo e, ovviamente, anche in Italia.
“Ci si prende cura delle cose, perché è tra queste che viviamo e che ci fanno sembrare il mondo bello o brutto – raccontano gli esperti d’arte, gli studiosi e gli artisti che compongono il collettivo e che hanno deciso di fare del Meridione il luogo dove applicare ciò che hanno imparato sul proprio percorso – Noi alla bellezza non vogliamo rinunciare, anche se tutto intorno crolla. Con questo manifesto vogliamo dire cosa siamo, cosa facciamo e cosa vogliamo”.
“Gaia” è una galleria d'arte indipendente autogestita, una piccola officina culturale nel centro storico di Cosenza, tra un palazzo crollato e un altro occupato – viene spiegato – è un movimento di artisti e visionari tutti, che hanno voglia di creare spazio e tempo dedicati all'arte. Vogliamo unire ogni forma artistica come la pittura, la scultura, le arti visive, l'artigianato, la street art intorno a questa piccola nuova esperienza condivisa.
“Gaia” pensa che l'arte non sia un lusso, né una roba da ricchi, come ci hanno sempre detto, ma è un modo per guadagnare tempo, per stare insieme, per lavorare a nuove idee, per studiare o più semplicemente per chiacchierare su quale colore sia più brillante. “Gaia” vede che l'arte vive in mezzo alla gente, tra le case, nelle piccole stanze e a volte è troppo solitaria. Vorremmo, invece, che l'arte fosse condivisa, vista, toccata, annusata, ascoltata, maneggiata».
Il percorso di “Gaia” inizia con quattro mostre: due temporanee e due permanenti. I primi ospiti saranno l’artista salentino Giuseppe Apollonio, con la serie “Dimore di memorie”, una lettura degli spazi urbani al di là di gravità e tempo, e il fotografo Giacomo Greco con “Room 408” dedicata interamente al la questione del diritto all'abitare.
Permanenti sono il laboratorio fotografico “Giochi di luce” condotto da Diego Mazzei con bambine e bambini del Centro Storico e il progetto permanente “Archeologia del Presente”, piccole storie di oggetti, persone, suoni e parole di Cosenza Vecchia con la partecipazione di Maira Marzioni e Remo De Vico.
Il progetto “Archeologia del Presente” caratterizzerà più di altri la vita di “Gaia”. Si tratta di una ricerca nella “storia che viviamo quotidianamente. Un concetto che sembra andare in contrasto con l'idea della storia, che ha bisogno di sedimentarsi per poterla considerare tale. Ma per noi le storie sono quelle di tutti i giorni, storie fatte di oggetti, persone, suoni e parole – spiegano i curatori – È un tentativo di ricucire, frammenti di storie vissute in un tessuto urbano sgretolato la cui trama sta perdendo il filo.
“Un progetto di rigenerazione urbana attraverso la lettura che l'archeologia utilizza, quella di catalogare e ricollegare agli oggetti gesti fatti di uomini e donne che hanno vissuto e usato, consumato, e poi abbandonato o più semplicemente perso, gli oggetti che hanno fatto parte della loro vita. Vorremmo mappare insieme ad occhi esperti e abitanti del luogo ogni quartiere della città vecchia. Una piccola cartina geografica per muoverci nella nostra “madre patria”.
Visitare il centro storico nei suoi vicoli “suscita la curiosità di andare al di là di quello che i nostri occhi riescono a catturare. A volte un portone rotto, un oggetto abbandonato, in simbolo nobiliare che sbuca dalla facciata di un palazzo, possono raccontarci tanto sul nostro passato e sul presente che stiamo vivendo. Inizieremo il nostro viaggio/lavoro da Palazzo Cosentini fino a mappare tutto il centro storico – è la missione di chi abita “Gaia” – Costruendo così una nostra geografia, fatta di terra, acqua, alberi, oggetti, persone e storie. Invitando così i visitatori della galleria a spingersi all'interno della città guidati dalla storia dei reperti”.