Ritorna dopo 14 anni il Presepe vivente a Roccabernarda
È ritornata dopo 14 anni la rappresentazione del Presepe vivente a Roccabernarda. L’evento, organizzato dalla parrocchia di Santa Maria Assunta, è stato promosso nel segno dell’integrazione e dell’interculturalità. Sì, perché Maria, Giuseppe e Gesù bambino sono stati interpretati da una famiglia del progetto dedicato all’accoglienza del piccolo borgo.
La cittadina che conta circa 3000 anime ha dunque superato le barrire dell’isolamento sociale e territoriale e si è aperto al mondo. Questo anche grazie al progetto Sprar avviato tre anni fa sul territorio. Progetto che, consolidatosi con l’esperienza di interazione e integrazione tra comunità e ospiti, il giorno di Natale ha lanciato il segnale di accoglienza.
Il centro storico è stato preso d’assalto da cittadini e turisti che sono arrivati per assister e partecipare all’edizione 2019. Tra le piccole vie del borgo sono state allestite piccole botteghe con gli artigiani del ferro battuto, del pane e del legno.
Nel corso dell'omelia il prete ha invitato la cittadinanza ad appropriarsi degli spazi affermando di aver visto per la prima volta "grande partecipazione" all'evento che è stato oggetto di polemiche per l'interpretazioni di Maria, Gesù e Giuseppe da parte di persone di colore.