Cino. Concessione idrica, Abate chiede revoca: “impedito deflusso vitale per la biodiversità”
“In questi giorni ho inviato una pec alla Regione Calabria, alla Provincia di Cosenza, all’Anbi, al Consorzio di Bonifica di Trebisacce per chiedere il ritiro della concessione di sfruttamento delle acque del Torrente Cino per la relativa centrale idroelettrica”.
A spiegare la situazione interviene Rosa Silvana Abate – Senatrice del M5S. “Sin dall’inizio del mio mandato ho fatto eseguire una serie di verifiche dopo aver ricevuto diverse sollecitazioni da parte degli agricoltori della zona di Ogliastretti nel Comune di Corigliano Rossano, che segnalano una drastica riduzione di risorse idriche che, solitamente, fino a qualche anno fa non avveniva. Situazione che si verifica da quando è in opera la centrale idroelettrica del Torrente Cino. All’esito, acquisita la relativa documentazione, ho provveduto a consegnarla a un geologo al quale ho commissionato altre ricerche e richiesto di rilasciarmi una relazione di perizia in merito.”
“Dalla relazione, consegnatami alcuni giorni fa, dai raffronti tra quanto previsto dal progetto originario e quanto, invece, posto in essere e attualmente in funzione, scendendo nei dettagli tecnici, in relazione alla natura dell’opera di derivazione, questa oltre ad effettuare la captazione dal torrente Cino delle acque superficiali realizza altresì la captazione della falda acquifera di subalveo, che non è né l’oggetto del progetto “Concessione prelievo acque superficiali Torrente Cino” né l’oggetto della Concessione, dove è espressamente citato “derivare dal Torrente Cino” e non captare dalla falda idrica di subalveo” – rimette Abate.
“La captazione delle acque della falda idrica di subalveo comporterebbe, dunque, - precisa la pentastellata - la mancata alimentazione delle falde idriche a valle, da cui attingono i pozzi delle aziende agricole della zona i cui diritti devono essere salvaguardati. In relazione all’entità del prelievo, la portata superficiale del Cino non soddisfa il fabbisogno indicato in progetto, per cui qualsiasi aumento della portata non può che venire dalla falda idrica di subalveo, ed in tal caso il prelievo è superiore alla quantità oggetto di concessione. In relazione all’assenza di Deflusso Minimo Vitale, tale inadempienza viola quanto indicato sia in progetto che in Concessione e rappresenta un grave danno alla biodiversità dell’area Natura 2000 in cui il torrente Cino rientra”.
“In tema di mancato rispetto del Deflusso Minimo Vitale il Regio decreto del 1933 recita che: ‘è facoltà ... di dichiarare la decadenza dal diritto di derivare ed utilizzare l’acqua pubblica per inadempimento delle condizioni essenziali della derivazione ed utilizzazione; per abituale negligenza ed inosservanza delle disposizioni legislative e regolamentari in vigore’. In relazione all’assenza di restituzione al Cino dell’acqua dopo l’utilizzo a scopo idroelettrico, - spiega Abate - la conferma di tale inosservanza comporta a valle del punto di restituzione la totale assenza di acqua nel torrente, mentre in tal punto le acque restituite, riunendosi a quelle che rappresentano il Deflusso Minimo Vitale, dovrebbero ricostituire l’integrità della portata originaria”.
“Tali gravi difformità, evidenziate nella perizia che ho allegato alla richiesta, comporterebbero seri danni all’ambiente e lederebbero i diritti degli agricoltori. Pertanto, tali inadempienze, a mio avviso, condurrebbero necessariamente alla revoca della concessione per come indicato all’art 5 del disciplinare allegato alla Concessione stessa, che recita: ‘condizioni particolari cui dovrà soddisfare la derivazione la concessione è accordata entro i limiti di disponibilità delle acque e fatti salvi i diritti di terzi. L’amministrazione concedente, potrà in qualunque tempo revocare la concessione in tutto o in parte qualora, a suo insindacabile giudizio, essa risultasse incompatibile con superiori ragioni di interesse pubblico e con l’equilibrio tra il prelievo e la capacità di ricarica dell’acquifero”.
“Concludendo, ho chiesto che venga immediatamente revocata la concessione per lo sfruttamento delle acque del torrente Cino in funzione della Centrale idroelettrica e ho chiesto, infine, di conoscere se la Provincia prima e la Regione poi abbiano eseguito, nel corso del tempo, i relativi controlli nel corso degli anni, per verificare se venisse garantito il flusso minimo vitale dell’acqua del torrente, utilizzato anche dalle colture”.