Operai morti in cantiere A3, 4 a giudizio e richiesta per altri 12

Reggio Calabria Cronaca

A meno di un anno dai decessi sul lavoro di due operai impegnati nei lavoro di ammodernamento nel quinto macrolotto dell'A3, tra Gioia Tauro e Scilla, la procura di Palmi (Rc) ha ottenuto il rinvio a giudizio di una serie di persone accusate dell'omicidio colposo dell'operaio Rocco Palumbo e ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio, per lo stesso reato, a carico di 12 soggetti e sei ditte impegnate nei lavori, per la morte di Salvatore Pagliaro. Entrambi i casi sono avvenuti in un cantiere ricadente nel comune di Palmi, nel Reggino, a distanza di una settimana l'uno dall'altro. Per l'infortunio che ha visto protagonista Palumbo, sono implicate 4 persone per le quali la procura di Palmi, diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, ha ottenuto il rinvio a giudizio. Il processo avra' inizio il 18 maggio prossimo, dopo la prima udienza per la costituzione della parti celebrata il 2 febbraio scorso.
Piu' articolate le indagini per la ricostruzione dei fatti e l'individuazione dei presunti responsabili per quanto concerne la morte sul lavoro di Salvatore Pagliaro. L'ufficio di procura ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio in relazione al decesso avvenuto il 27 febbraio 2010. L'operaio, secondo quanto accertato dagli inquirenti, era impegnato nella costruzione di una "spalla" del viadotto autostradale "Scuola Agraria". Le indagini, secondo quanto si e' appreso, sono state intense e articolate, soprattutto per individuare i profili di responsabilita' nell'ambito di una pluralita' di imprese operanti e soggetti tenuti al controllo. Il cantiere era gestito, attraverso una serie di affidamenti e subappalti dall'Anas spa, alla societa' consortile per azioni Salerno-Reggio Calabria, da questa al Consorzio Erea, (costituito dalle societa' Europea 92, Ricci Costruzioni spa, ed Eurofin spa) ed infine dal consorzio Erea alla societa' Edilniti srl. La procura contesta la responsabilita' colposa ai legali rappresentanti ed alcune figure dirigenziali delle ditte sopramenzionate. I destini dei due operai si intersecano tragicamente perche' Pagliaro stava effettuando la gittata di cemento da una struttura di sostegno, realizzata secondo l'accusa, in maniera inadeguata, crollata improvvisamente sotto i piedi del lavoratore. Pochi giorni prima nello stesso cantiere era avvenuto un altro incidente mortale, nel quale aveva perso la vita Palumbo. I lavori erano stati sospesi, ma erano ripresi proprio il giorno della morte di Pagliaro.